martedì 29 dicembre 2009

ma il cielo è sempre più blu


[... Di certo erano coscienti del pericolo gli uomini del Soccorso Alpino che hanno raccolto l'allarme. Ma sono stati chiamati e sono partiti: qualcuno in Val Lasties era in difficoltà, tanto bastava. Tanto basta per mettersi in moto e rischiare, volontariamente, la vita per portare aiuto a chi è in difficoltà.
Erano esperti alpinisti, guide alpine, maestri di sci, campioni anche. Erano gente di montagna che aveva la passione per la montagna. La stessa passione dei due ragazzi che erano andati a soccorerre. E, in questo giorno tristissimo, riusciamo a pensare solo a questo ...]

mercoledì 23 dicembre 2009

Chi riesce ad abbinare i nomi (o i nick)?


Vediamo che ci riesce: io Vi propongo, per gentile concessione, questa foto scattata da mia figlia la sera di dom. 20 dicembre. Fate Voi fate gli abbinamenti.

martedì 22 dicembre 2009

L'aeroplanino, Elio e lo scemo de villaggio


Già il correre a braccia aperte per mantenere l’equilibrio sui tratti ghiacciati tenendo in mano il plantare che mi ha fatto venire una vescica era abbastanza buffo; si aggiunga, inoltre, un sorriso stampato in faccia che ogni tanto si allarga ed esplode in una fragorosa risata ed il gioco è fatto.
Ebbene sì! Lo scemo del villaggio sono io che, ipod nelle orecchie, corre facendo l’aeroplanino ed ascoltando “Elio e le Storie Tese”.
L’apoteosi è stata raggiunta con:
Lui: "Eravamo fidanzati, poooi tu mi hai lasciato, senza addurre motivazioni plausibili"
Lei: "No, non è vero! Tu non capisci l'universo femminile, la mia spiccata femminilità si contrappone al tuo gretto materialismo maschilista"
...ciononostante...
Cara ti amo.
Mi sento confusa.
Cara ti amo
Devo stare un po' da sola
Cara ti amo!
Esco da una storia di tre anni con un tipo
Cara ti amo
Non mi voglio sentire legata
Cara ti amo
...
Rimani in casa
Voglio essere libera
Esci pure con chi ti pare
Non t’interessi mai di quello che faccio
...
Vorrei palparti le tette
Porco !
Mai ti toccherei neanche con un fiore.
Finocchio !
....
Mi drogo, bestemmio, picchio i bambini e non ti cago.
Ti amo !
Mi faccio il culo quattordici ore di seguito per mantenerti e ti cago
Ti lascio per un tossicomane che non fa un cazzo tutto il giorno, che bestemmia e picchia i bambini
...
Mi metto il goldone
Ho un desiderio di maternità
Ho un desiderio di paternità
Mettiti il goldone
Rimango in casa
Mi opprimi
Esco.
Questa casa non e' un albergo.
...
Ti passo un cubetto di ghiaccio intinto nel Cointreau sulla pancia dopo di che ti scopo bendata.
Non sono una troia
Allora in posizione canonica io sopra tu sotto
Che palle !
...
(Disse la vacca al mulo
Oggi ti puzza il culo !
Disse il mulo alla vacca
Ho appena fatto la cacca)
...
Ed ora uniamo i nostri corpi nell'estasi suprema che e' propria dell'idillio dell'amore
No! Perché quando avevo 13 anni mio cugino me l'ha fatto vedere e da allora sono traumatizzata però possiamo restare abbracciati tutta la notte senza fare niente, sarà bellissimo lo stesso...
...
Usciresti con me domani sera?
Sono un po' stanca forse ho già un altro impegno
Beh, poco male così vedo i miei amici
Sono libera
...
Mettiamola sul sesso
Ho bisogno d'affetto
Mettiamola sull'affetto
Chiaviamo
...
Io sono come sono
Cerca di cambiare
Ecco sono cambiato
Non sei più quello di una volta
...
Tu mi appartieni
L'utero è mio !
Eccoti i soldi per la pelliccia
Eccoti l'utero !
Evviva l'amoreeeee !!!

venerdì 18 dicembre 2009

Sono sinceramente sorpreso.

Mai avrei pensato d’agitami tanto per il solo fatto di poter tornare a correre.
Ieri sera sono uscito per la seconda volta. Il tempo per la vestizione e per gli esercizi di riscaldamento plantare (mai provato ad arrotolare un canovaccio usando le dita dei piedi?) passa in compagnia delle figlie che mi commentano divertite.
Esco e m’investe un freddo becco, ha nevicato durante la mattina ma non ci sono disagi. Corro senza alcun riferimento spazio-temporale, devo solo pensare a tornare in forma e a non far suonare il cardio che ha l’antipatico compito di obbligarmi a tenere un ritmo consono al mio non allenamento. È risaputo che non so gestirmi e il recente infortunio ne è la prova provata. Continuo ad accorciare la falcata finché trovo quella giusta. I plantari mi danno un po’ di fastidio. Passo volutamente sotto il termometro della macelleria che segna -2 e parte un tacito apprezzamento verso i capi tecnici che indosso. Arrivo a casa non particolarmente stanco dopo 48 minuti (7,5 km a 6,24).

mercoledì 16 dicembre 2009

Evvai, verso mille nuove avventure

Fin che mi preparavo ero come un bambino: agitatissimo, logorroico, smanioso d’improbabili conferme da parte di mia moglie che mi guardava con occhi neutri.
- Non sei agitata al pensiero che esco a correre? Mi sento come le tue figlie la sera prima di S. Lucia.
- No, sono solo preoccupata…
- Ma non devi. Guardami: sembro un albero di natale da tanto sono luminoso e catarifrangente. Dai, faccio il giro corto, quello illuminato.
- No, sono preoccupata per il tuo piede. Dopo devo sorbirmi io i tuoi malumori, i tuoi musi lunghi. E poi ricordati che se si cronicizza ci rimetti tutta la montagna che stai programmando per l’estate dei 50 anni.
- A parte il fatto che l’estate dei 50 anni è ancora MOOOLTO lontana, perché cavolo deve cronicizzarsi? Sono guarito. Mi sento bene. Secondo me è la volta buona. Vedi? Mi sto scaldando come si deve, metto i plantari e uso le Asics nuove e poi ti prometto che se sento male mi fermo subito.
Saluto, esco, faccio tre gran respiri nell’aria fredda della sera, uno sguardo a destra, uno a sinistra, accendo il cardio e parto.
Trentacinque minuti di goduria. Rientro a casa con un gran sorriso stampato in faccia. È andato tutto bene, tutto benissimo!
Al solo pensiero che stasera uscirò ancora mi sale di nuovo l’agitazione.

venerdì 4 dicembre 2009

Chicche

"se non arrivi a piedi dove vuoi arrivare
non vedrai quello che vuoi trovare"
T.Terzani
______________
vogliamo parlarne?

venerdì 27 novembre 2009

Mi si consenta


Mi si consenta uno sfogo:
ma porca paletta. Basta.
Echeccazzo! Sono stufo di sto piede dimmerda.
Nove mesi. No, dico: NOVE MESI
Tre distinti medici. Tre medici che mi ordinano ognuno le proprie terapie nei propri centri.
Due cicli di laser, due di tecar e uno di ultrasuoni.
Nove mesi che son fermo e non si è risolta ‘na benemerita sega.
Ogni volta che provo ad accennare a qualcosa che assomiglia anche lontanamente ad una corsetta ecco che si presenta puntuale lo stesso dolore del curucucù.
_______________
Non tornerò più a correre, ci rinuncio, attacco le gambe al chiodo

venerdì 20 novembre 2009

Ho trovato conferme

Il dubbio che mi ero posto tempo fa ha trovato conferme.
Ho raccolto ben quattro esperienze di altrettanti runners che, con l’uso di una scarpa particolarmente ammortizzata, hanno visto compromessa in varia misura la fascia plantare.
Pare che il problema sia principalmente riconducibile alla particolarità dell’appoggio che, sommato all’anatomia del piede, va a sollecitare la fascia in maniera troppo profonda.
Forte di queste affermazioni, ho riposto nella loro scatola le corresponsabili Nike Air Zoom Vomero (praticamente nuove) ed ho premiato la fedeltà ASICS acquistando le Gel Stratus 3
che propongo in allegato.

venerdì 13 novembre 2009

A.A.A. cercasi aiuto

Ricapitolando:
  1. Correva (!!) l'anno 2006 quando, in preparazione alla montagna ed in sostituzione alla bicicletta, comincio a correre.
  2. Corro senza metodo ma con continuità per un paio d’anni e poi arriva la prima competitiva: - 32 km di salita in 3:07.
  3. Mi piace!
  4. Organizzo la prima maratona della mia vita.
  5. Continuo a correre senza metodo. Corro tanto, troppo e male.
  6. Nel febbraio 2009 chiudo la mia prima maratona in 3:28:21 ma tra fascite, lesione e relativo versamento, mi sono distrutto la pianta del piede sinistro.
  7. Dopo quasi un anno di sola bicicletta visite e terapie, con il prossimo mese di dicembre/gennaio riprenderò a correre.
Fermo restando un necessario periodo di risveglio, ho bisogno di qualcuno che m’insegni a gestirmi. L’idea è quella di arrivare a chiudere delle discrete mezze e, in un secondo tempo, tornare a rivolgere lo sguardo ai 42 km.

Orbene: sono ben accetti consigli di ogni genere ma, in particolare, tabelle e mirati programmi d’allenamento.
Sono stradilà di sicuro di trovare validi riscontri e, per questo, vi ringrazio fin d’ora.

giovedì 15 ottobre 2009


Con oggi termino le terapie a il Centro. Due settimane molto intense; ogni giorno, domenica esclusa, occupato con ultrasuoni, laser e fisioterapia. Rientro a casa in tempo per dare il bacio della buona notte alle figlie, mangiare un boccone e dedicarmi alle rimanenti incombenze.
Ora mi aspetta un graduale lavoro in palestra per rinforzare i tessuti plantari, dai più superficiali ai più profondi, utile anche al completo riassorbimento di quell’edema bastardo che, al tocco, mi fa ancora male.
Per intanto non si corre. VIETATO! Vietato fin tanto che non arriverò a ripetere 10 serie di quel monotono esercizio eccentrico con un carico di 70 kg senza accusare nessuna conseguenza.
Vi avviso: io porto pazienza rassegnato ma voi dovete dormite preoccupati perché, quando tornerò, mi preparerò in modo talmente impeccabile da mettere in fila una serie di mezze dai tempi impressionanti.
O no?

venerdì 9 ottobre 2009

c'è chi spaccia e chi si spaccia n° 2

MA IO PROPRIO NON CAPISCO!
sarò ingenuo, sembrerò anche sbucato dall'uovo di pasqua ma io proprio non capisco!

http://www.montagna.tv/front_page?q=node/11114

giovedì 8 ottobre 2009

L'ECO! ...eco, eco,eco... di controllo

mercoledì 7 ottobre 2009
ore 19:45
visita di controllo ed ecografia
__________________________
Dottore buongiorno. A me sembra meglio; quel dolore diffuso, quello che si irradiava lungo la pianta del piede, non c’è più.
...
"Al controllo ecografico odierno, in confronto al precedente esame, si osserva che la lesione riscontrata a carico della zona periinserzionale della fascia plantare sinistra appare totalmente risolta ed in scansione longitudinale si osserva una buona ricomposizione della normale ecostruttura tendinea.
Molto bene dottore, però se io premo là, sempre nello stesso posto delle altre volte, sento ancora male.
"Profondamente al decorso della fascia plantare, si osserva un’area ipocogena a margini sfumati compatibile con edema dei tessuti molli perifasciali."
Un edema? Vale a dire che c’è un ematoma? Un ematoma che fin tanto che non si assorbe mi farà male? Ma allora la cicatrice non c’entra…
Ahn sì, ho capito, un mirato programma fisioterapico aiuta il riassorbimento dell’edema, la ripresa totale delle funzionalità e sfiamma quel che rimane della fascite.
Peccato però che non si possano azzardare dei tempi. Come dice? Secondo lei gennaio segna sempre un ottimo punto di partenza per qualsiasi nuovo progetto?
Sì, vedremo... La saluto, dottore.
Quanto le devo con la fattura?

mercoledì 7 ottobre 2009

Lètto o létto?


DUE PARERI ASSOLUTAMENTE DISCORDANTI da cui il titolo del post
1- si legge tutto d'un fiato
2- concilia terribilmente il sonno
(La prossima volta che vado in città lo compro)
_______________
L'ARTE DI CORRERE
di Haruki Murakami
Un giorno, assistendo a una partita di baseball, Murakami ha improvvisamente sentito il desiderio di scrivere e come diretta conseguenza il bisogno di correre. Da allora, sono 26 le maratone cui ha partecipato e mentre preparava quella di New York del 2005 ha iniziato a scrivere questa «specie di diario incentrato sull’azione di correre» che mette in parallelo la sua carriera di scrittore e l’esperienza del maratoneta. Perché tra le due attività Murakami trova molte correlazioni. Nel confrontarle disserta sul talento artistico e sulla creazione letteraria, espone le proprie idee sugli esseri umani e soprattutto parla di sé. Il racconto delinea il ritratto di un uomo di straordinaria determinazione e di lucida consapevolezza; una persona che ama la solitudine e la musica, che coltiva il piacere di ascoltare vecchi dischi collezionati con amore, di leggere libri e guardare video.
_____________
Listino € 18,00
Editore Einaudi
Collana Frontiere
Data uscita 29/09/2009
Pagine 160
Lingua Italiano

lunedì 5 ottobre 2009

SORPRESAAaaa !!!


È tutto da confermare (e solo l’eco di fine settimana lo dimostrerà) ma sembra che la lesione sia rientrata e che l'attuale problema sia dato dal tessuto cicatriziale.

Oh, non è una bellissima notizia?

giovedì 1 ottobre 2009

il Centro - 2° episodio


Ieri sera il II incontro con l’osteopata si è concentrato sulle articolazioni della gamba e del piede infortunato per poi chiudersi con un ulteriore trattamento al collo, da sempre personale punto critico.
Il cambio del colore del “kinesio taping” non corrisponde, così come credevo, ad una diversa azione del cerotto. È un fattore assolutamente estetico al quale le sciure che vanno dall’osteopata perché fa tendenza, quest’estate erano particolarmente attente ad abbinare al pareo nuovo o al costume firmato.
Rispetto al trattamento scorso è stata aggiunta quella specie di bandierina sfrangiata sotto il malleolo ed una diversa tensione nell’applicare il cerotto che, a sua volta, determina una differente azione.
Mi secca un po’ il dover muovermi dal mio burbero scetticismo ma un lieve beneficio, ad oggi, dopo due applicazioni, mi sembra d’averlo riscontrato.
Con la prossima puntata vi racconterò della visita dal fisioterapista che ho in agenda per il fine settimana.
____________________
Senza nessun coinvolgimento (?!), puramente per onor di cronaca, riporto che due figlie su tre, per la stagione 2009/2010, hanno scelto l’iscrizione alla Polisportiva Libertas Lupatotina per poter proseguire con l’atletica leggera.

giovedì 24 settembre 2009

il Centro -1° episodio-


Ieri prima seduta al Centro fisioterapico. Quel Centro dove sono tutti amiconi, dove ci si da del tu, dove un professionista ti manda dall’altro professionista per le operazioni preliminari, dove alla visita coincide un trattamento considerato trasversale che, a sua volta, richiede la presenza di un ulteriore consulto… ovviamente ogni singolo passaggio, ogni piccolo trattamento, viene scrupolosamente segnato in cartella e sarà debitamente contabilizzato.
Ieri Osteopata. Seguirà un secondo appuntamento per poi, forse, cominciare con le terapie. A parte tutte le manovre tipiche dell’osteopata, è stato riscontrato un leggero versamento in corrispondenza della lacerazione e, pertanto, si è preferita/o la/il (?) kinesio taping piazzandomi sulla pianta del piede quei bei cerotti che fanno tanto figo, che costano un occhio della testa e che le mie bimbe hanno prontamente immortalato con la foto allegata

mercoledì 23 settembre 2009

è stato bello, fin che è durato

21.10.2009 Visita ortopedica e fisiatrica:
Fascite plantare sx con lesione su base traumatica.
Quadro attuale: dolore in sede inserzionale prossimale fasciale con limitazione al carico; impossibile l’attività podistica.
Necessita di:
10 sedute di tecar terapia;
10 sedute di laser terapia;
10 sedute di manipolazioni;
rialzo al retro piede bilaterale (2 cm);
situazione da rivedere con rx bilaterale piedi sotto carico.
________

giovedì 17 settembre 2009

"Corri e fottitene dell'orgoglio"


Corri e fottitene dell’orgoglio, ne ha rovinati più lui che il petrolio...
recitava il Vasco ed io, arrivato a questo punto, mi adatto a testa china, occhi bassi e trascinando i piedi andrò a farmi fare una visita nel Centro Fisioterapico di Verona.
Non un centro qualsiasi ma il Centro, quello con la C maiuscola.
___________
Ultima mia spiaggia dopo una convalescenza che va avanti da 7 mesi.

mercoledì 9 settembre 2009

SORPRESAAAaaaaa....

Convinto e sicuro di aver portato a casa un buon allenamento, entro in garage e guardo il computer per constatare d’aver fatto una prestazione appena più alta dello scarico della settimana precedente. Che delusione!

lunedì 7 settembre 2009

la coscienza è la miglior difesa

Soltanto la conoscenza che illumini sui fatti e sui fenomeni e renda ragione della non casualità di essi, può fornire i mezzi per far nascere un rapporto vero, non labile e superficiale, con il paesaggio, base di quella coscienza che è la miglior difesa contro ogni degradazione. Perché le offese sono soprattutto un frutto velenoso dell’ignoranza e dell’incapacità di vedere.”

Eugenio Turri, La Lessinia 1969

venerdì 4 settembre 2009

canta che ti passa

Con l'allenamento di ieri sera ho peccato di presunzione e, così com’è giusto, a fine consumazione mi è stato presentato il conto.
Dopo aver pagato quanto dovuto, stanotte le gambe mi hanno più volte anticipato un’attenta selezione dei versi più significativi di quella che, gioco forza, sarà l’odierna colonna sonora:

“… ed è proprio quello che non si potrebbe quello che vorrei
ed è sempre quello che non si farebbe quello che farei
,
non si può sorvolare le montagne, non può andare dove vorresti andare
non si può fare quello che si vuole
non si può spingere solo l’acceleratore
guarda un po’ ci si deve accontentare

mercoledì 2 settembre 2009

Sturmtruppen: ACHTUNG


Impegnato in zona Gran Pilastro, Val di Vizze, Vipiteno, BZ, Italia, sui sentieri trovo cartelli, indicazioni, note e avvertimenti scritti solo ed esclusivamente in tedesco!
La polemica, nata nei giorni scorsi sui sentieri dell’intero Alto Adige, sta infuriando tra escursionisti, Cai, associazioni varie e autorità provinciali. Arriverà la Procura della Repubblica a far rigare dritto gli altoatesini troppo campanilisti. Il problema, infatti, sembra essere destinato a finire anche sul tavolo del ministro dell'interno Roberto Maroni.
Chi sa che "alm" significa "malga"?
Subito disorientamento, poi rabbia e infine le proteste ufficiali. E' stata la nuova segnaletica installata dall'Alpenverein a scatenare gli escursionisti e il mondo turistico e politico sull'ennesima polemica di bilinguismo.
I nuovi cartelli posti sui sentieri altoatesini dall'associazione incaricata di realizzare un progetto di rinnovamento finanziato a livello europeo, sono infatti esclusivamente in lingua tedesca.
_______________________
Prima uscire con geniali idee circa il legittimare lezioni scolastiche o esami d’ammissione in dialetto, proviamo a guardare il presente dove, con la scusa delle isole linguistiche, si sta già operando da anni nei medesimi termini senza che nessuno dica nulla, con risultati discutibili e a volte tragicomici (basti guardare illustri personaggi geograficamente italiani che non sanno parlare l'italiano…un nome a caso?...)

venerdì 21 agosto 2009

ieri mi giravano

Sissignore, ieri le gambe mi giravano proprio bene.
Parola d’ordine: pianura! E pianura è stata.
Casa, Buttapietra, Raldon, Bovolone, Isola della Scala, Vigasio, casa.
Ho portato in garage 52 km in 1:40 con un 30,6 di media.
Sarò anche presuntuoso, ma rimango sempre contento quando vedo dei miglioramenti. Lo so, nel mondo del ciclismo amatoriale i miei numeri fanno sorridere un po’ tutti ma non me ne importa giusto nulla. Ecco, questa è un’altra differenza che mi fa preferire la corsa alla bici: i ciclisti, anche quelli ricompresi tra gli amatori, sono assolutamente più esaltati dei runners.
Fidatevi! Ho visto cose che voi umani non potreste capire…

giovedì 20 agosto 2009

c'è chi spaccia e chi si spaccia

Non ci bastava il tarlo del doping, l’ormai cinico e comune pensiero che il 9,58 di Usain Bolt sia esclusivo frutto di nuove e non rintracciabili sostanze dopanti. No, evidentemente non bastava. Adesso dobbiamo pure interrogarci se un’atleta è realmente femmina. Se lo domanda pure la Iaaf, la federazione internazionale, che prescrive test di femminilità dichiarati “estremamente difficili e complessi” a Caster Semenya che ieri sera ha umiliato le sette finaliste degli 800.
______________________________
D’altronde, signori miei, prima di sorridere, non dimentichiamoci che viviamo in un paese dove c’è un onorevole che si spaccia per un’onorevole…

lunedì 17 agosto 2009

gambe impaccate

Premetto che non scrivo di running ma di bici, portate pazienza.
-----------------------------
Sabato scorso, ferragosto, è stato tutto mio. Me lo sono preso un po’ prepotentemente e, altrettanto prepotentemente, ho pasticciato con le mie prestazioni sportive.
Ore 9.45 parto in bdc dai campi del Gavagnin con un primo obiettivo: la Pissarotta. La Pissarotta è una strada fresca e in ombra che sale ai 650 m slm in costante salita, si insinua tra le montagne veronesi sfruttando il percorso del Vaio Squaranto e, in alcuni tratti, tende a stringersi dando l'impressione di pedalare nel bel mezzo del bosco.
Ore 11.00 chiudo il primo traguardo. Ho una via d’uscita che mi permetterebbe di rientrare a casa passando da Cerro ma sto bene e fisso subito Roverè Veronese come II obiettivo. Imbocco una strada secondaria che, passando da Guaina, attraversa la contrada Campari con una violenta rampa che mi costringe al primo fuori sella della giornata.
Ore 11.30 taglio il II traguardo. Evito la strada di ritorno rilanciando verso il III obiettivo: S.Francesco. Approdo ai 1.000 m slm della contrada Jegher con un’impegnativa salita che mi scaraventa di nuovo dritto sui pedali e proseguo fino a S.Francesco dove, mezzogiorno in punto, so che potrò proseguire solamente se troverò da mangiare, altrimenti dovrò ripiegare verso Valdiporro per tornare a casa. Trovo un alimentari aperto dove mi assicuro un paio di panini con la soppressa e una lattina di birra fresca. Altroché barrette, integratori, pastiglie, redbull eccetera… Mangio, bevo e riposo le gambe. Sono pensieroso: andare avanti è uno sforzo al quale i miei muscoli non sono abituati, non ho un fondo sufficiente per affrontare tutto il giro senza soffrire. Di contro, mi rode dover rientrare. Se proseguo non trovo più vie di fuga intermedie, bisogna necessariamente arrivare a S.Giorgio.
Mangio, bevo, riposo le gambe e valuto...
Alè, bando agli indugi, proviamoci, fisso S.Giorgio come IV ed ultimo obiettivo. Arrivo a Camposilvano, giro a sinistra e so che mi aspettano i km più impegnativi della giornata e, infatti, prima di raggiungere i 1.350 m dei Parpari salto in aria. BUUMM. Non ce n’è più per niente e per nessuno. Devo fermarmi, scendere e “riflettere” per dieci minuti prima di riprovare a spingere il rapporto più agile che ho a disposizione. Un lungo rettilineo assolato, sudo copiosamente, incrocio un paio di ciclisti che rientrano, uno mi scruta dalla testa ai piedi. Non devo essere un gran bello spettacolo e immagino i suoi pensieri: solo uno sciocco si cimenta su percorsi del genere senza allenamento. Stringo i denti e finalmente il tratto duro spiana. Nel km successivo recupero bene per affrontare l’ultimo strappo che mi porta ai 1.510 m di S.Giorgio. Ce l’ho fatta! Mi merito un caffè doppio e zuccherato prima di arrivare al P.so Branchetto (1.590) e vestirmi per la lunga picchiata che mi riporterà verso la Pianura Padana.
La discesa non ha storia, attraverso Bosco Chiesanuova, Corbiolo dove mi fermo a salutare i genitori, Stallavena e Grezzana, a Poiano entro a S. Felice Extra e sono alla macchina.
Ho pedalato per oltre 84 km, 4 ore scarse (soste escluse), alla media dei 21 km/h
IO SONO SODDISFATTO!
Oggi le gambe sono un po' dure ed impaccate ed aspetto sera per farle girare agili-agili per una mezz'oretta; vediamo se si rilassano.

venerdì 14 agosto 2009

[...] le cose segrete dal nostro organismo secrete


Così parlò Elio ma andiamo con ordine:
ieri la gentile signora aveva una bella R di riposo sul suo calendario turni che, egoisticamente, equivale alla possibilità di farmi un allenamento un po’ meno compresso. La salita avrebbe dovuto farla da padrona e invece, causa una fastidiosa influenza che ha messo ko la mamma, io non ho potuto fingermi atleta dovendo, giocoforza, proseguire il mio ruolo di papà.
Ma io HO furbo e, sistemate le ultime faccende, preparata la cena e messe a tavola le tigri ho piazzato la bici da corsa sui rulli e, sul far della sera, mi sono cimentato in un’ora di psico-ciclismo.
Una trentina di km senza spostarmi di un metro.
Ho sudato l’inverosimile, avevo la maglia completamente fradicia (vedi foto ?). Mi sono stupito di me stesso. Sui rulli non ho mai sudato così tanto.
Ve bene che il riscaldamento corporeo è maggiore rispetto alla strada e che, di conseguenza, anche i BPM sono più alti, ma ogni volta mi sorprendo: il corpo umano è una macchina perfetta che risponde in maniera perfetta ad ogni sollecitazione … rimango sempre affascinato.

martedì 11 agosto 2009

Un chiodo fisso

Ho tempo, ho a disposizione tutto il 2° pomeriggio, dalle 17 a fin quando c’è luce. Non posso correre ma c'è sempre la bdc (= bici da corsa). Decido di movimentare un po’ la monotonia della pianura con le colline moreniche del basso lago, magari incrocio micheledicorsa. Nei preparativi per l’uscita mi perdo in mille faccende, piego la tenda ormai pulita ed asciutta, gioco agli indiani con le figlie più piccole, aggiungo sale nella peperonata ma finalmente, alle 18, riesco a salire in sella. Villafranca, Custozza, Valeggio, Borghetto, Monzambano, Peschiera del Garda ed ECCO L'INGHIPPO! Mi sono dimenticato che oggi è sabato e, per di più, siamo a ridosso del ferragosto. Peschiera, comune turistico del lago di Garda, è praticamente murata di macchine, moto, pedoni e chi più ne ha, più ne metta. Devo, gioco forza, rivedere i miei piani perché è impensabile proseguire come da programma sulla strada costiera fino a Lazise. Controllo i dati del ciclocomputer per avere un idea di cosa ho fatto e per poter costruirci sopra un rientro alternativo e fattibile.
Ad un certo punto la mia faccia s’illumina. Si allarga un gran sorriso, sembro ebete, ridacchio da solo guardandomi attorno con la borraccia a mezz’aria e il dito puntato verso il contachilometri parziale che, azzerato davanti casa, segna 42,19. Spingo avanti la bici per 5 passi abbondanti e, anche se lo strumento non segna i metri, arrivo a 42,195.
EVVAI.

venerdì 31 luglio 2009

MENOMALE (ma non guarito)

Ho smesso di correre con il mese di marzo, ho contattato due ortopedici, fatto antinfiammatori, tre ecografie, cicli di laser e di tecarterapia, porto un plantare fatto appositamente su misura ... ed ancora bastano due passi due, su terreno accidentato, senza scarponi, per far far capolino al fastidio alla pianta del piede.
Al di là della reale utilità di laser e tecar, verso la quale nutro scetticismo e perplessità (per non parlare dei relativi costi) mi fa specie il fatto che, in cinque mesi, non si sia ancora risolto il problema.
Mi dicono che non ci sono terapie o farmaci specifici ma dubito che un professionista che incappa in un infortunio analogo al mio possa permettersi un fermo così lungo.
Poi nessuno mi toglie dalla testa che una grande responsabilità è da attribuire alle ultime Nike Air Zoom Vomero 3.
Quando le ho acquistate avevo già un problemino all’arco plantare ma non era così serio. Si è accentuato tutto con queste scarpe. Sì, è vero che sul problemino ci ho corso ma ripropongo la domanda:
può essere che una A4 sia troppo ammortizzata e, con un piede moderatamente cavo come il mio, faccia lavorare troppo la fascia plantare?
Possibile che in anni di Asics A3 non mi sia mai successo nulla e adesso, che cambio marca e modello, mi becco sta rogna e non riesco a più cavarmela?

mercoledì 29 luglio 2009

Il centro di Mantova?

Ieri l’idea era quella di fare una sgambata molto agile, rimanere in sella magari anche più di 1:30 ma solo per far girare le gambe senza spingere.
Parto che ho già in mente il giro da fare però qualcosa dev’essere andato storto; forse qualcuno ha spostato un bivio oppure, più probabilmente, ho sbagliato strada. Fatto sta che mi sono perso. Son passato regolarmente da Tormine, da Pelaloco e poi il nulla. Strade e casolari sconosciuti persi nelle campagne padane fin quando trovo l’indicazione per il centro di Mantova.
Il centro di Mantova?
IL CENTRO DI MANTOVA?
No, non può essere, io devo rientrare prestino perché le figlie a quest’ora saranno già a casa da sole.
Morale: 56 km in 1:50 ai 30,5 di media

lunedì 27 luglio 2009

Ogni scarrafone è bello 'a papà sojo


Settimana scorsa ho portato Zoe (7 anni tra pochi giorni) a camminare in montagna. Due giorni in totale autosufficienza con pernotto il tenda, assenza di sorelle e mamma ed esclusiva compagnia del papà e del cane.
L’incessante ed enorme entusiasmo che ha manifestato rimarrà per sempre impresso nella mia memoria. Ogni cosa, qualsiasi cosa, piccola o grande che fosse, è stata motivo d’eccitazione.
Mi spiace dirlo ma chi non è genitore non potrà mai capire ...

venerdì 17 luglio 2009

Ieri ho rubato quasi due ore alla mia famiglia e sono uscito in bici.
1:24 di bici, 35 km ai 27 di media.
Mi sono dimenticato il cardio per cui non so quanto ho spinto ma sono arrivato allo stretching finale rimuginando su una considerazioni semplice, semplice (lo so, non si dovrebbero far paragoni … ma chi, al posto mio, non li farebbe?):
1:25 di corsa è un gran bell’allenamento!
1:25 di bici non è null’altro che un discreto esercizio aerobico.

martedì 14 luglio 2009

evvai, verso 1.000 e nuove avventure

13 luglio, prima uscita stagionale.
Possibile?
Possibilissimo!
In ritardo su tutto e su tutti! Quando il mondo è già da tempo nel pieno della forma fisica io, ieri sera, ero pronto per il primo giretto.
Sì, peccato che sono partito con la bici da corsa e non a piedi. Ma va bene, va bene così. Mi sono fatto una ragione della mia lesione plantare ed ho deciso che si cambia sport fino alla completa guarigione.
La mia bici, nonostante sia vecchiotta, è più che sufficiente alle mie esigenze. Abbigliamento, acqua, cardio, casco, occhiali, scarpe evvia, verso mille e nuove avventure…
Il risultato è stato assolutamente anonimo, quasi vergognoso: 1h10' di pianura per fare 30 km. Ma intanto ho cominciato a far girare le gambe (che non depilerò MAI) e a far volare la fantasia. Una differenza su tutte mi è balzata da subito in evidenza: in bici, appena oso qualcosina di più, i muscoli adduttori delle gambe incominciano a bruciare, un calore intenso invade la tutta coscia anteriore. Con la corsa non mi succede(va).
L’obiettivo è quello di arrivare alla seconda metà di settembre in condizioni tali da poter andare “tranquillamente” a mangiare una crêpe a Bosco Chiesanuova facendo il giro dai Parpari e S. Giorgio.

lunedì 13 luglio 2009

eco del 10.07.09

DISTRETTO ESAMINATO:
fascia plantare piede sinistro

REFERTO:
al controllo odierno, confrontato con i precedenti esami del 27/04 e 29/05, si osserva un ulteriore miglioramento del quadro ecografico relativo alla lesione riscontrata a carico della fascia plantare di sin. che, comunque, appare ancora ben documentabile.

CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE:
il quadro descritto è compatibile con lesione della fascia plantare in fase di avanzata risoluzione.

mercoledì 8 luglio 2009

... E IO PAGO !

Considerato il protrarsi del mio acciacco, decido di sentire un secondo parere medico. Tanti amici sportivi mi parlano bene di un grosso centro fisioterapico con sede qui a Verona e due o tre "filiali” in provincia. Telefono e vengo accolto da una gentilissima Catherine che mi riferisce che l’ortopedico specializzato nel piede e caviglia è disponibile a visitarmi lunedì della settimana prossima. Bene, accenno per sommi capi il mio problema precisando che vorrei avere un confronto ecografico …
Ecografia? No, guardi, qui funziona che il medico le fa la visita ortopedica dopodiché dispone un'eventuale ecografia …
Sono 130,00 Euro di visita e il dettaglio dei costi per ecografie, controlli ed eventuali terapie verranno illustrati in base alle reali necessità riscontrate dal dottore.”

130,00 di visita d’ingresso
+ ecografia
+ terapie vuoi che non mi ordini le terapie del suo centro?
+ visita di controllo finale
+ ecografia comparativa
= ????

Nessuno sa darmi i numeri vincenti del superenalotto?

lunedì 6 luglio 2009

Corri che ti passa?

Sabato 04 luglio, ore 19.00.
Temperatura fresca e meteo in movimento. Decido di uscire. Mi sento bene, il cardio mi rallenta e le gambe ringraziano continuando a correre anche quando decido per l’anello dei 10 km. Allungo un po' nel finale e sono a casa in 55’35’’. Ok, sono ancora alto ma chissenefrega, son soddisfatto del mio risalire la china dopo l'infortunio e sono anche convinto di poter tirare fuori qualcosa di accettabile già per il prossimo autunno.

Domenica 05 luglio, ore 07.30.
Mi alzo dal letto e torno, non senza sorpresa, ad aver fastidio alla pianta del piede. Non è proprio male, è più un indolenzimento ma, da un attento esame, individuo subito il focolaio. È là, non si è mosso, basta solo puntare il dito in corrispondenza dell’alluce, appena prima del tallone ...
Mi è montata in quattro e quattr’otto una rabbia rabbiosa che mi ha letteralmente rovinato l’intera domenica. Muso lungo e cattivo umore hanno tenuto alla larga figlie e consorte per tutta la giornata.

Ci ho pensato. Accidenti se ci ho pensato. Ci sto pensando anche in questo momento.
Tornerò più a correre o dovrò cambiare sport?
Quattro mesi di fermo a cosa son serviti?
Laser e tecar vanno bene solo per spillare soldi?
Può essere colpa delle scarpe? Quando ho acquistato le attuali Nike Air Zoom Vomero 3 avevo già un problemino ma non così serio. Si è accentuato tutto con queste scarpe. È vero che sul problemino ci ho corso ma quello che mi gira per la testa è:
può essere che una A4, abbinata ad un piede moderatamente cavo, faccia lavorare troppo la fascia plantare? Possibile che in anni di Asics non mi sia mai successo nulla e adesso, che cambio marca, mi becco sta rogna e non riesco a più cavarmela?

Nota: ogni riferimento tra titolo e blogger è casuale

venerdì 3 luglio 2009

Altro giro, altro regalo

Ieri sera ho fatto la 2^ uscita dopo Tutto il Male (… vedi Stieg Larsson) e, considerato che ci sono arrivato con le gambe veramente dure ed indolenzite dall’allenamento scorso, ho optato per correre con il cardio per riuscire a monitorarmi meglio ed evitare di aggiungere ulteriore acido lattico.
Sono venuti fuori 36 minuti di corsa lenta nettamente suddivisa in 3 diverse fasi:
la prima dove ho faticato a “rompere il fiato”;
la seconda dove ho riassaporato l’ipnosi della corsa;
la terza, breve ma intensa, di stanchezza, affaticamento ed appesantimento delle gambe.

Non so quanta strada ho fatto, forse, a occhio e croce, 5 o 6 km ma per adesso non lo reputo importante, certo è che mi ha disturbato molto quella terza fase che, secondo me, è arrivata troppo precoce.

mercoledì 1 luglio 2009

Considerato che sono tornato dalle ferie decisamente ritemprato nello spirito e nel corpo e che mi sento ottimamente, ieri ho ripreso a correre.
Quattro mesi d’inattività forzata. Quattro mesi giusti giusti dall’infortunio.
Correndo, sbuffando, sudando e sputando pallini ho maledetto ogni singolo giorno di fermo, ogni allenamento non fatto e ho pensato e ripensato all’errore che mi ha portato a questa situazione.
Bene, i primi 7 km sono andati! Adesso vediamo di mettere in fila i rimanenti.
Certo che oggi mi ritrovo con un paio di gambe legnose ed indolenzite MA E’ UN DATO DI FATTO CHE IL PIEDE NON MI FA MALE

giovedì 11 giugno 2009

dal 13 al 27 giugno


E' ora di ferie e mai come quest'anno, che non potrò sfruttarle per correre con costanza la mattina presto, "partire è un po' morire".
Io e il mare non andiamo molto d'accordo e 15 giorni mi spaventano sempre, anche se, una volta partito, entro per forza di cose nell'ordine d'idee e riesco a gestire il tutto in maniera abbastanza egregia.
ma è proprio quell'entrare nell'ordine d'idee che mi risulta difficile.

lunedì 8 giugno 2009

Fischi per Fiaschi


Considerato che non mi fanno ancora correre ma, per fortuna, posso camminare abbastanza liberamente (con le dovute cautele e precauzioni), mi sono regalato un paio di giorni in assoluta libertà su e giù per i monti sfidando piogge e temporali. Ne è venuto fuori un fine settimana rigenerante dove a comandare sono state esclusivamente le sensazioni. Niente traguardi, mete, tempi, scadenze, appuntamenti o impegni.
Libero sfogo alla voglia di camminare. Tutto molto bello.
Unico neo è che quando sono in tenda da solo dormo sempre un po’ preoccupato, l’udito mi si acutizza ed ogni piccolo fruscio lo colloco all’interno di situazioni assurde. Arrivo a mattina contento di smontare tutto ripromettendomi di non trascorrere più notti in tenda senza compagnia ben consapevole, di contro, che quando sarà ora di ripartire, piuttosto di rinunciare per mancanza di adesioni, lo rifarò nuovamente da solo.
Rientrato al lavoro, ho incrociato un autotrasportatore, un cammionaro di una ditta che abitualmente frequenta gli uffici, che mi ha fermato chiedendomi conferma se ero stato io ad attraversargli la strada fin che era in montagna, in macchina, con la moglie a "prender l’aria buona". In macchina!?.
Ha voluto sapere tutto: da dove arrivavo, che giro ho fatto, dove ho dormito, come ho fatto a farmi da mangiare, quanto pesava lo zaino, per quanti chilometri ho camminato …
Alla fine, salutandomi, convinto di farmi un complimento mi ha stretto la mano dicendomi:
-Certo che lù l’è proprio un bel pedofilo!-

lunedì 1 giugno 2009

non ho parole

Distretto esaminato:
fascia plantare piede sn.
Referto:
al controllo odierno, confrontato con precedente esame del 4 maggio 2009, si osserva che la lesione precedentemente riscontrata a carico della fascia plantare sn, pur migliorata in ecotrasparenza, risulta ancora ben documentabile come zona ipoecogena di mm 12,8 in scansione longitodinale.
Conclusione diagnostica:
quadro compatibile con lesione parziale della fascia plantare in fase di avanzato risoluzione.
Si consiglia di proseguore l'uso quotidiano del plantare ortopedico e di rispettare un ulteriore periodo di riposo della zona interessata.
Commento personale:
mavaffanculo!

mercoledì 27 maggio 2009

Cogito interrotto



Giovedì e venerdì avrò le ultime 2 terapie, lunedì la visita medica con l’ecografia di controllo e poi, se tutto va per il verso giusto, dovrei ricevere il nulla osta per riprendere a correre con le dovute cautele e precauzioni.
A parte il timore di sentire ancora dolore;
lo sconforto d’aver azzerato tutta la preparazione guadagnata con fatica e costanza;
la conseguente coscienza che dovrò lavorare non poco per recuperare il livello a cui ero (la stessa fatica che avrei fatto per migliorarmi, la dovrò fare per tornare al punto di partenza);
a parte tutto questo, sento la mancanza di qualcuno di competente che mi insegni a gestirmi nelle piccole cose quotidiane, che mi dia dei piani di lavoro efficaci, delle scadenze, degli obiettivi.
Ho ancora il cervello in quella fase passiva per la quale non ho voglia di sbattermi in prima persona ma, più probabilmente, sto anche acquisendo la consapevolezza che, arrivati ad un certo punto, si può migliorare solo si ha la voglia e la possibilità di cambiare marcia.
L’unica soluzione che vedo per cambiare marcia è iscrivermi ad una società ma, anche qui, fa capolino la mia ignoranza. Posso iscrivermi a metà anno? Ne vale la pena? Tutte ti danno l’iscrizione FIDAL? Il certificato medico per l’agonismo? …
Per intanto comincerò la mia personale indagine per identificare una valida e comoda associazione.

venerdì 22 maggio 2009

Orgoglio Nazionale





Premessa:
Si sa, purtroppo il Lago di Garda non è più italiano ormai da tanti anni e, illogica conseguenza, gran parte della popolazione gardense ha preferito cavalcare l’onda servendo e riverendo il turista straniero. Punto. Non vado più in là e chiudo la premessa senz’altri commenti.
Ieri sono stato a Gardaland e, devo ammettere, ho avuto una ben gradita sorpresa.
Alle 9.45 c’era già parecchia gente davanti agli ingressi in attesa che alzassero le saracinesche per l’apertura del parco divertimenti più grande d’Italia; tanti tedeschi con le loro vacanze di Pentecoste; gli immancabili orientali; i pullman dall’est Europa; le gite scolastiche … e chi più ne ha, più ne metta.
Pochi minuti prima delle 10.00, al di sopra della struttura d’ingresso, Prezzemolo in persona, accompagnato da tutta la sua corte, è arrivato a salutare e ad augurare una divertente giornata a tutti gli ospiti che hanno applaudito felici e contenti.
Finito lo spettacolino di benvenuto gli attori si sono fermati fronte al pubblico ed è partito forte e chiaro l’Inno Nazionale Italiano a cui tutti han dovuto, per forza di cose, essendoci ancora gli ingressi chiusi, assistere. Il papà francese alle mie spalle si è sorpreso, ha borbottato con la moglie ed ha commentato qualcosa circa Materazzi.
Tutte le informazioni relative alle attrazioni all’interno del parco vengono scandite solo in italiano, tutto il personale di Gardaland parla solo in italiano e tutta la cartellonistica presente riporta i loghi internazionali ma le diciture sono in italiano.


_______________________

... e questo è bene !

mercoledì 20 maggio 2009

"Gardalad, il sogno di un bambino è andare a Gardaland"



Ecco, giust’appunto, il sogno di un bambino, non di un papà!
Domani 21 maggio qui a Verona si festeggerà il S. Patrono e, pertanto, non ci sarà scuola.
Papà Fabio porterà l’allegra brigata a Gardaland e, credetemi, Gardaland senza consorte (di guardia in ospedale) e con tre figlie con tre diverse esigenze, equivale ad una maratona estiva.

giovedì 14 maggio 2009

Addio Achille Compagnini



E' morto la notte del 12 maggio all'eta di 94 anni Achille Compagnoni, l'alpinista che assieme a Lino Lacedelli raggiunse per primo la vetta del K2 il 31 luglio 1954.
Nato il 26 settembre 1914 a Valfurva, Sondrio, Compagnoni ha inizialmente seguito la carriera militare negli alpini prima di lavorare come maestro di sci e guida alpina a Cervinia. Grazie alla sua attività alpinistica soprattutto sul Monte Rosa, Cervino e Ortles-Cevedale, Compagnoni ha ricevuto l'invito da parte di Ardito Desio a partecipare alla storica spedizione Italiana del K2
Per questa salita gli è stata conferita la medaglia d'oro al Valor Civile e nel 2003 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce.
Per più di mezzo secolo Compagnoni è stato protagonista dell'aspra polemica con Walter Bonatti per le versioni differenti delle ultime giornate che portarano Compagnoni e Lacedelli, primi uomini al mondo, in cima alla seconda montagna più alta della terra.
Con lui se ne va uno degli alpinisti italiani più conosciuti.

mercoledì 13 maggio 2009



Va meglio. Non bene, ma meglio sì. Attenzione però, dobbiamo considerare il fatto che è dal 2 marzo che non corro. Ho capito che è stata sbagliata la diagnosi e, di conseguenza, la prima parte della terapia ma, dopo 11 settimane di riposo, mi aspetterei di più di un semplice "va meglio".
Oh, fantastico! Sono stato a fare l’analisi del piede per i plantari (che mi consegneranno mercoledì prossimo): mi è piaciuto tantissimo. Un tappetino lungo 5 metri dentro il quale sono annegati una montagna di sensori che studiano la pianta del piede in ogni suo particolare. Analisi statica e dinamica.
Cammino proprio benino scaricando giustamente i pesi sul tallone e non sull’avampiede. Sì, certo, ero condizionato dal momento e dall’ambiente ma, comunque, il risultato è da ritenersi ugualmente significativo. Mi hanno anche scansito e, dritto sullo scanner, mi è venuto un mente quel film dove gli amanti, presi dalla foga, non si accorgono che la fotocopiatrice sulla quale stanno consumando, viene inavvertitamente avviata.
Il risultato finale è stato che ho un piede moderatamente cavo.

Ora mi sorge spontaneo un dubbio:
è abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire il proprio appoggio, il peso, durante la corsa con il plantare, viene ridistribuito per preservare la fascia plantare ma, così facendo, andrò a caricare maggiormente un’altra parte del corpo che è abituata in maniera differente.
Io, bene o male, corro da tempo con un problema anatomico (piede moderatamente cavo) che ha sviluppato dei meccanismi d'equilibrio che lo hanno preservato dagli infortuni. Se sono incappato in questa lesione plantare non ha senso attribuirla alla mia anomalia anatomica, sicuramente le cause sono altre che devono essere riconosciute e rimosse per poter tornare a correre senza problemi.
Scarpe usurate?
Sovraccarico quantitativo e/o qualitativo (ho cercato la qualità con un’insufficiente/cattiva quantità alle spalle)?
….
Mah, in fase di guarigione indosserò senz’altro i plantari ma non penso che li adotterò per la vita.
Va meglio. Non bene, ma meglio sì. Attenzione però, dobbiamo considerare il fatto che è dal 2 marzo che non corro. Ho capito che è stata sbagliata la diagnosi e, di conseguenza, la prima parte della terapia ma, dopo 11 settimane di riposo, mi aspetterei di più di un semplice "va meglio".
Oh, fantastico! Sono stato a fare l’analisi del piede per i plantari (che mi consegneranno mercoledì prossimo): mi è piaciuto tantissimo. Un tappetino lungo 5 metri dentro il quale sono annegati una montagna di sensori che studiano la pianta del piede in ogni suo particolare.

Analisi statica e dinamica.

Cammino proprio benino scaricando giustamente i pesi sul tallone e non sull’avampiede. Sì, certo, ero condizionato dal momento e dall’ambiente ma, comunque, il risultato è da ritenersi ugualmente significativo. Mi hanno anche scansito e, dritto sullo scanner, mi è venuto un mente quel film dove gli amanti, presi dalla foga, non si accorgono che la fotocopiatrice sulla quale stanno consumando, viene inavvertitamente avviata.
Il risultato finale è stato che ho un piede moderatamente cavo.


Mi sorge spontaneo un dubbio:
è abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire il proprio appoggio; il peso durante la corsa con il plantare viene ridistribuito per preservare la fascia plantare ma, così facendo, andrò a caricare maggiormente un’altra parte del corpo che, ad oggi, ha lavorato e si è abituata in maniera differente.
Io, bene o male, corro da tempo con un problema anatomico (piede moderatamente cavo) che ha sicuramente sviluppato dei meccanismi d'equilibrio che lo hanno preservato dagli infortuni. Se sono incappato in questa lesione non ha molto senso attribuirla alla mia anomalia anatomica. Sicuramente le cause sono altre che devono essere riconosciute e rimosse per poter tornare a correre senza problemi.
Scarpe usurate?
Sovraccarico quantitativo e/o qualitativo (ho cercato la qualità con un’insufficiente/cattiva quantità alle spalle)?
….
Mah, in fase di guarigione indosserò senz’altro i plantari ma non penso che li adotterò per la vita.

martedì 5 maggio 2009



Il medico mi dice che, se l’antinfiammatorio ordinatomi dall'illustre collega non mi ha fatto nulla, i quadri possibili casi sono due:


  1. il principio attivo è sbagliato;

  2. non si tratta d’infiammazione.


Una semplice ecografia, et voila:


il quadro ecografico è compatibile con una lacerazione parziale della fascia plantare.



Mi viene prescritta la scansione della pianta del piede e creazione solette plantari su misura, un ciclo di 10 sedute di laserterapia e 5 di tecarterapia.
Seguirà ulteriore ecografia a verifica dalla completa cicatrizzazione della lesione.
Si stimano tempi di recupero di 30/40 gg.


Se ne riparla a luglio, dopo il mare...

lunedì 4 maggio 2009



Demoralizzato e anche un po’ preoccupato.
Settimana scorsa (la 9^ di riposo) ho ripreso a corricchiare, poca roba: l’anello da 5 km, in piano e su asfalto, chiuso in 30’ giusti che equivalgono a 6’ a km.
Ma sì, dai, le sensazioni non erano da buttar via. Ero molto concentrato sul mio piede, lo ascoltavo attento a tutto quello che aveva da dirmi e, fin che lavorava, non aveva gran che di cui parlare. Forse sulla rullata, quando l’avampiede avrebbe dovuto spingere, là, al centro dell’arco plantare, in corrispondenza dell’alluce, si sentiva un timido bisbiglio, ma forse era solo suggestione.
Suggestione ‘na bella merla!
La sera il timido bisbiglio si era trasformato in un gioioso dialogo, tant’è che l’iperestensione plantare era decisamente fastidiosa e il dolore, al tocco, acuto e molto ben localizzato.
Adesso comincio a preoccuparmi.
Oltre due mesi fermo, la montagna limitata allo sci e le ciaspole o le escursioni solo con lo scarpone rigido, stando attento a non sollecitare troppo il piede…
È logico demoralizzarsi e cominciare a vedere allontanarsi i progetti primaverili ed estivi. Non solo quelli relativi al running ma anche il resto, a cominciare dalla 3 giorni di mini trekking in tenda promesso a una delle figlie per fine mese.
Oggi, alle 16:30, ho appuntamento con il medico del centro fisioterapico il quale, sicuramente, mi ordinerà almeno un paio di cicli di terapie.

mercoledì 29 aprile 2009



Non ne conosco il motivo ma il sistema non mi permette di commentare i miei post…


Nella puntata precedente ho accennato alla voglia di correre in assoluta autonomia, senza l’ausilio di riferimenti siano essi cronometri, gps, pacers od altro.
Bene. Nessuna vena polemica, sia ben inteso, io stesso, nell’unica maratona cui ho partecipato, ho corso palloncini in faccia affidandomi ai pacers delle 3:30; così come reputo cronometri e/o gps ottimi strumenti per strutturare, eseguire, controllare, correggere e migliorare gli allenamenti e la preparazione ad un particolare evento.
Scusate ma oggi, con il senno del poi, quell’ "affidandomi ai pacers delle 3:30" mi brucia. Il tempo di 3:28:21 non è stato il mio tempo.

Ho studiato ma durante l’esame ho copiato. Certo, non ho copiato tutto ma una sbirciatina al libro sono riuscito comunque a darla.

Quello che vorrei ottenere è allenarmi così bene ed arrivare a conoscermi talmente a fondo da poter gestire la prossima gara in maniera assolutamente autonoma, correre a memoria sfruttando sempre e solo ciò che ho imparato durante la preparazione.
Pecco d’individualismo? Forse sì ma è per questo che corro e non gioco a calcio, che vado in montagna e non al bar con gli amici, che esco in bici …

martedì 28 aprile 2009

C:> del *.*


Vento e acqua. Acqua e vento.
Oggi, dopo 8 settimane, riprenderò a correre pianin pianino, a differenza del mio cervello che corre già velocissimo. Ha terminato il recupero, tutte le settimane di preparazione ed è alla vigilia di una qualsiasi gara (non necessariamente di 42 km) che, secondo lui, sarà a fine estate e vicina a casa.

S’interroga circa la correttezza di correre utilizzando strumenti (gps…) e/o riferimenti (pacer…) estranei alla propria forza e volontà.
Ha voglia di soggettività;
ha voglia di ricevere sensazioni senza dover dare ordini;
ha voglia di stupirsi girandosi a guardare il cronometro sull’arco d’arrivo;
ha voglia d’imparare a gestire la situazione km dopo km in assoluta autonomia;
ha voglia di stare per i fatti suoi senza dover lavorare.
… magari ha solo voglia di scollegarsi
__________________________________
Si può spegnere ogni tanto il cervello,
smettere almeno di usare solo quello,
si può far finta che non ci sia niente
anche quando ti tremano le gambe...


Buoni o Cattivi V. Rossi

venerdì 24 aprile 2009

sogno o son desto?



Stanotte ho fatto un sogno:
al di là del fatto che mia figlia Chiara 13enne guidava la mia macchina con a fianco Naida, una delle sue sorelle ed io ero dietro, morto di sonno, che non riuscivo a tenere gli occhi aperti;
a parte la quisquilia che Chiara si è gettata nell’Adige per salvare Naida per essere poi ripescate entrambe dal sottoscritto…
a parte tutto questo, ho sognato che correvo.
Evidentemente era inverno perché indossavo pantalone alla caviglia e antivento. Correvo un lento lungo, anzi luuunghisssimo. Il problema era che non riuscivo a gestire i tempi e mi ritrovavo, di fatto, a fare una progressione incredibile. Arrivavo a correre tipo il road runner Beep-Beep di Vil Coyote e, sul più bello, venivo sorpassato da un vecchiotto che passeggiava chiacchierando amabilmente con la moglie. Si piazzavano lì davanti a me, ad un paio di metri e continuavano la loro tranquilla passeggiata mentre io, nonostante la continua accelerazione, non ero capace di superarli, di guadagnare quei due metri del curucucù che si erano materializzati, solidificati. Più correvo e più velocemente li spostavo … era come se stessi spingendo senza accorgermene un tapis-roulant invisibile sul quale passeggiavano i due nonni.
Difficile spiegare la sensazione ho provato.

martedì 21 aprile 2009

Dar del lei



Quando ho cominciato a dedicarmi al ciclismo un po’ seriamente ero seguito da tale Dino, un signore vent’anni più grande di me che ancora adesso litiga quotidianamente con la sua bici da corsa. Acquisito un sufficiente fondo, fatto da interminabili km di monotona pianura, si cominciava a dondolare senza pretese su qualche salitina per arrivare, infine, alle agognate montagne.
Una delle cose che mi ricorderò sempre di Dino è che, se si attaccava una salita particolarmente impegnativa, ammoniva tutti dicendo:
-Ocio che questa è una strada a cui bisogna dar del lei.-
Io non capivo cosa intendesse, annuivo concentrato guardandomi bene dal domandare onde evitare possibili figuracce e poi, spingendo sui pedali, pensavo e ripensavo a che caspita voleva dire dar del lei ad una salita.
Ne ho realizzato il significato un po’ alla volta ed ancora adesso, al di là delle situazioni alle quali bisogna "dar del lei" a priori, trovo alcune sfumature che ben si addicono; probabilmente il concetto pieno del "dar del lei" è soggettivo.
Beh, io, settimana prossima, riprendo a correre dando del lei ...

lunedì 20 aprile 2009

... ma perseverare è diabolico !


Lui: -Cosa c’è?
Lei: -Niente!
Dai, cos’è quel muso? Forse ho detto qualcosa che non va?
No
Forse qualcosa che non ho detto?
No
Forse qualcosa che ho fatto?
No
Forse qualcosa che avrei dovuto fare?
No
…??
…!!
Forse qualcosa che ho detto di aver fatto ma che non avrei dovuto fare oppure che avrei dovuto fare in maniera diversa per riportarla con toni più rispettosi per la tua sensibilità femminile che ormai dovrei conoscere?
… Forse …!
____________________________________
Non è possibile!
Perché caspita le donne ragionano come donne?

martedì 14 aprile 2009

e dopo una, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane …

Ho iniziato la 7^ settimana di riposo e mi ritrovo a dover convivere ancora con quel che rimane dell’infiammazione alla fascia plantare. È vero che non interessa più l’intero arco e che la fase acuta è passata ma, accidenti, c’è un punto, là all’attaccatura del tallone in linea con il primo dito (hanno un nome le dita del piede? Alluce … e poi?), che continua a farmi male.
Probabilmente è il focolaio dal quale è partito il tutto per cui, essendo la parte più infiammata, sarà l’ultima a rientrare.
Fatto sta che non mi fido a correrci sopra. Ho paura di compromettere l’intera stagione primaverile/estiva e, se così fosse, mi romperebbe alquanto.
Al di là della preparazione a non so ancora quale evento (mi gira per la testa la Maratona del Lago di Garda ma non mi dispiacerebbe nemmeno confrontare le sensazioni della Verona Bosco dell’anno scorso con quelle di quest’anno … potrei anche usare la Verona Bosco come lungo per la Maratona di Venezia rinunciando, per forza di cose, al Lago di Garda) …
Dov’ero rimasto?
Al di là della preparazione a non so ancora quale evento, sto elaborando un sacco di itinerari in montagna da fare da solo o con il cane, con le bimbe o con amici, di uno o più giorni, con pernotto in tenda o in rifugio, in completa autonomia o con qualche appoggio.
Le idee ci sono, vediamo se riuscirò a concretizzarle.

giovedì 2 aprile 2009

VeronaMarathon


Domenica 8 marzo 2009.

Mia moglie, attenta nutrizionista e salutista, decide la colazione più appropriata che, fatte salve le proteine, non si discosta molto da una colazione classica. Memore del freddo patito alla Verona-Bosco, decido per il pantalone a ¾ e la maglia a manica lunga. Ogni dettaglio è per me un punto di domanda. Ma dai, accidenti, non sarà tanto diverso dalle granfondo che ho fatto in bici … sì, alla fin fine è quasi vero.
Arrivo con congruo anticipo alla partenza e mi preparo. Non sento assolutamente la gara, cerco facce conosciute trovandone qualcuna. Mi preoccupo di assumere un’aria da veterano e mi dedico al riscaldamento e allo stretching. Pipì! Devo fare la pipì prima di partire. Mi avvio verso i bagni dove c’è tutto il mondo. Ci sono anche un paio di pacers dei quali conosco l’esistenza grazie ad un figurone fatto un po’ di tempo prima con Massimo che, raccontandomi della sua corsa a Venezia, mi ha nominato i pace maker. VacciBu, esclamo io, non pensavo che dei portatori di pacemaker (inteso come stimolatore elettrico del ritmo cardiaco) riuscissero a chiudere una maratona in 2 ore e 50. Et voila!
Mi sforzo e chiedo informazioni sul come funzionano i pacers. Ricevo una risposta alquanto logica e scontata che blocca sul nascere la mia domanda successiva. Si esce, ci si mette nelle griglie e si rimane a rimirare i Garmin altrui aspettando la partenza che, personalmente, non distinguo. La folla mi trasporta sotto lo striscione e lì, da quel momento, comincio a correre come un matto per guadagnarmi la scia dei palloncini delle 3 ore e mezza. Verona è la mia città, conosco il percorso alla perfezione, ogni curva, ogni fondo, dall’asfalto al porfido. In quel preciso momento Piazza Brà e l’Arena non m’impressionano più di tanto ma mi viene la pelle d’oca sulla nuca quando passo in mezzo al pubblico che mi applaude e mi incita. Non mi era mai successo. Al 2° km sono invogliato a spingere di più, sento che potrei allungare senza problemi, mi dà tanto fastidio la folla, il dover stare attento a non inciampare nelle gambe altrui. Comincio a pensare che, se va avanti così, rimango coperto fino al 30° e poi scappo. Usciamo dal centro storico e la strada si allarga.
Al controllo del 10° Km passo con un 48’48’’. Sorpassato il relativo ristoro (inavvicinabile) prendo una bottiglia offertami dal vicino e, come sempre mi succede, fatico non poco a bere. Mi conosco, succede anche in bici: non riesco a coordinare il deglutire con l’attività fisica, m’incasino perfino nel soffiarmi il naso. Dovrei fermarmi, bere e riprendere a correre ma non ci penso proprio, preferisco piccoli sorsi mal gestiti. Rientriamo verso la città correndo a fianco dell’Adige. Sono km che mi piacciono molto, spazi ampi, le gambe girano e mi ritrovo concentrato sulle sensazioni che mi trasmette la corsa.
Accidenti: ci manca poco che m’incasino e imbocco il bivio della mezza (è segnalato male oppure sono io che non ho dimestichezza?). No, non esiste, mi sento bene e vado avanti. Adesso la corsa è decisamente più vivibile, non c’è più tutto quell’affollamento e si gestiscono meglio le distanze. La mia gara continua egregiamente, i palloncini delle 3:30:00 stampati in faccia, taglio il traguardo della mezza in 1:44:59. Il cervello si ferma a pensare che un’ora e 44 per poco più di 21 km equivale a poco meno di 5’ al km. Ho dei margini sensibili rispetto i tempi che segno in allenamento. Posso far di meglio ma preferisco non bruciarmi. Rimango sempre dell’idea di star coperto fino al 30° per poi scappare. Eh, dopo tutto io l’ho già detto (e qui lo ribadisco) che HO furbo.
La seconda parte di gara ha la prerogativa di passare in ambienti di una monotonia enorme. Il traffico automobilistico aumenta sensibilmente. Mangio una barretta presa al ristoro dei 25. Mi ritrovo a correre incurvato; alzo la testa e raddrizzo le spalle. Realizzo che la distanza tra un cartello chilometrico e il successivo è notevolmente aumentata. Possibile? Il respiro è regolare, le gambe corrono abbastanza bene ma non sono sciolte come i km precedenti. La falcata non ha più la solita ampiezza e devo sopperire con una maggiore frequenza. Sono concentratissimo su ogni piccolo segnale che il mio corpo m’invia e cerco d’interpretarlo al meglio. Mi ascolto. So che quando incomincio ad ascoltarmi è perché mi manca poco alla riserva. Ogni ristoro è occasione per prendere qualcosa, qualunque cosa che presumo abbia la prerogativa di darmi forza ed energia. Apprezzo molto le arance tagliate a spicchi.
Il passaggio al 30° km ferma il cronometro a 2:29:01 con una media sempre poco sotto ai 5’ al km. I miei pacers sono tre macchine da guerra ma è ora di lasciarli. Devo scappare. Io HO furbo. Aumento all’inizio di un enorme rettilineo. Un rettilineo lungo. Lunghissimo. Sono 3 km e mezzo di statale a 4 corsie dove si corre con le macchine che ti sfrecciano a fianco e dove, appena alzi la testa vedi, laggiù in fondo, la curva a gomito che segna la fine dello stradone. La vedi, è sempre la in fondo, io continuo a correre ma lei non arriva mai. Cerco di distrarmi (per quanto ci si può distrarre in Viale Venezia). Penso alla strada che manca, la corro mentalmente.
Sono al km 36 e mi ritrovo solo, supero tanta gente che va al passo. È una situazione che, invece di spronarmi, ha l’effetto opposto. IL MURO C’è, ESISTE. Una signora di passaggio mi batte le mani incoraggiandomi ed io faccio il maleducato e non alzo nemmeno gli occhi da quel punto indefinito dove vedi solamente le punte delle tue scarpe che, alternandosi, compaiono con un ritmo che ti ostini a mantenere costante. Continuo a correre ma ho bisogno di bere, non tanto per la sete ma perché devo pulirmi al bocca. Sono nel quartiere dove sono nato e cresciuto. Conosco una fontanella poco visibile che rimane sul percorso, vicino al canoa club, mi fermo (!), mi ci attacco e bevo per la prima volta in maniera giusta, a bocca piena. Due dei tre pacers mi raggiungono. Ne abbiamo perso uno. Mi riaccodo e subito mi sento meglio. Siamo rimasti solamente in due a far compagnia ai palloncini. Si accorgono subito della mia crisi e mi mettono in mezzo, mi parlano, mi consigliano, mi fanno spostare lo sguardo sul culo delle ragazze che incrociamo. Continuo a correre anche quando la strada s’impenna su per il cavalcavia del 41° km e, in discesa, ricevo la benedizione dei due angeli custodi che mi incitano all’ultimo sforzo. Mi dicono che devo aumentare, devo staccarli e non farmi vedere al traguardo scortato da due pacers. Non è bello.
Volo, le gambe aumentano falcata e frequenza, vanno da sole, non si fermano (anche perché, se lo facessero adesso, cadrei atterra).
QuarantadueChilometriCentonovantacinqueMetri
TreOreVentottoMinutiVentunoSecondi

mercoledì 1 aprile 2009

2^ puntata: verso la maratona

Deciso! M’iscrivo alla VeronaMarthon in calendario per l’8 febbraio 2009 ma non sono molto convinto. Ho anche un problema che comincia a farsi largo: un dolorino alla pianta del piede sinistro che io, che HO furbo, associo subito all’utilizzo di un paio di scarpe probabilmente vecchiotte. Probabilmente vecchiotte? È due anni che corro ininterrottamente con le stesse scarpe !!! Va beh, anche se mancano solo 15 giorni mi prendo in paio di Nike Air Zoom Vomero 3, ci faccio gli ultimi allenamenti, la gara, spero che non mi diano problemi e che, soprattutto, l’acciacco rientri da solo (ndr: per colpa di quel dolorino, ad oggi, sono ancora fermo a spalmare ketoprofene gel al 5%).
Ultima settimana: non ne posso più di muovermi esclusivamente in funzione della maratona. Voglio correre a testa sgombra solo per divertirmi. Magari lo farei nella stessa identica maniera, però lo farei per me e non per l’8 febbraio. Arrivo anche a pensare d’approfittare del fatto che il bivio per la mezza rimane sul percorso dell’intera; mi sparo la mezza, la corro "a tutta" cercando un tempo degno di nota (per chi?) e mi metto la coscienza a posto.
Il venerdì pomeriggio vado a ritirare il pettorale. Non so come funziona e mi vergogno a domandare. Adesso che ci penso: non so proprio nulla! Realizzo e immagazzino, una per una, nel tempo, una montagna di domande: cosa mangio il giorno prima? E a colazione? L’abbigliamento? Come mi alimento durante la gara? Cosa sono e a cosa servono le creme? E chi più ne ha, più ne metta … Senza pensare a tutte quelle cosucce di cui proprio non sono al corrente come, ad esempio, l’utilizzo della vaselina laddove ho deciso di non mettere la mutanda sotto il pantalone a ¾. A buon intenditor, poche parole

martedì 31 marzo 2009

Circa un anno di corsa più o meno sistematica senza saper nulla di running, sempre in perfetta solitudine, sempre con la musica nelle orecchie e null’altro.
Un secondo periodo nel quale faccio un passino avanti: mi monitoro con un cardio da due soldi a cui dò il compito d’insegnarmi a gestirmi. Basta! Non parto più a bomba per distruggermi in 10 chilometri. Ci metto sei mesi a capire come funziono, poi torno con la musica nelle orecchie e null’altro, capace di fare più strada ma sempre senza saper nulla di running. Corro e basta, avendo come unica preoccupazione il gestire la soglia aerobica.
Nell’estate 2008 la prima botta di vita: decido di mettermi alla prova con una garetta che parte da Verona e arriva a Bosco Chiesanuova. 30 Km e 1.200 metri di dislivello. Non me ne può fregar di meno della gara in sé, a me basta correre sulle mie montagne cui sono più che affezionato. Ovviamente non esiste una preparazione specifica. Esco tre o quattro volte alla settimana su distanze assolutamente casuali e con velocità e cadenze sempre uguali. Concludo la gara in poco più di tre ore soffrendo tanto freddo e pensando che un centinaio di partecipanti siano una moltitudine di persone. A distanza di qualche giorno, cicola-ciacola, ricevo i complimenti di un conoscente, commesso al reparto running di uno dei negozi del gruppo Cisalfa che mi butta lì un "Con un tempo così, potresti chiudere la maratona in 3 ore e mezzo…"
Questa è la frase che mi rimane in testa, sulla quale costruisco il mio prossimo obiettivo. So benissimo che non mi basta più l’allenamento faidate, che ho bisogno di qualcosa di strutturato. Massimo, un secondo conoscente commesso al reparto running di uno dei più completi negozi sportivi di Verona, mi passa una tabella d’allenamento e mi dà alcuni consigli. Lo stesso Massimo che si è portato a casa la Venice Marathon 2008 in 2:56:21. Complimenti.
Nonostante la tabella, la mia preparazione si basa quasi esclusivamente sulla costanza. Non so nulla di ritmo lento, di ritmo lento progressivo e le ripetute le facevo da giovane con la mia prima morosa ma, dicono, quelle sono ripetute che non vanno d’accordo con lo sport. La tabella finisce in un cassetto… so solo che devo chiudere ogni settimana con 50-60 Km nelle gambe. Ho solo 3 uscite settimanali a disposizione per cui cerco di tenere una media di 20 km ad uscita. UTOPIA. È vero che non corro mai meno di 12 km ma è anche vero che raramente supero i 20.
Segue al prossimo post.

lunedì 23 marzo 2009

Mi sono scoperto disinnamorato della bici. Sorpreso? Bah, non più di tanto.

È un dato di fatto, invece, che mi manca molto il poter correre; quegli allenamenti che ero riuscito a ben incastrare nel quotidiano, che si adattavano ad ogni esigenza familiare e lavorativa.

Mi hanno detto di star fermo 6/8 settimane e così sembra essere, ero scettico, pensavo in un recupero veloce, in un acciacco passeggero, magari in un qualcosa che, latente fin dalla preparazione, si è acutizzato con la VRmarathon per poi rientrare con il recupero post gara. Oggi, dopo 3 settimane di stop (dom. 1° marzo gli ultimi 15 km a 4e50), il male non è ancora rientrato del tutto. Si è ulteriormente localizzato sulla parte distale del malleolo, là dove la pianta del piede si attacca al tallone (?!), riducendo l’area interessata. Probabilmente adesso il problema è solo sull’effettiva infiammazione.

mercoledì 4 marzo 2009

Non ancora completamente convinto del fermo di 6-8 settimane, mi sono attivato per ripiegare sul vecchio amore rispolverando la bici da corsa che, ferma da tre anni, adesso è nelle sapienti mani di Luca per la necessaria manutenzione.
Non so … riprendo volentieri a pedalare … ma mi rompe le balle la preparazione iniziale per arrivare a quel filo di forma che ti permette di divertirti senza sputare l’anima ben sapendo che poi, quando rimetterò le nuove Nike Air Zoom Vomero 3 (Impara!) dovrò rivivere la stessa rottura di balle per riprendere a correre…sì, però …
Mollo la bici perché, a parte i lunghi tempi d’allenamento rubati alla famiglia, preferisco la corsa che mi prepara meglio alla montagna. Poi la montagna diventa secondaria alla corsa. Adesso di nuovo la bici…
Ho una gran confusione…
Perché non si può avere uovo, gallina e ql caldo?

martedì 3 marzo 2009

Fascite plantare prossimale sinistra.
Brutta bestia.
Il male non è esagerato, tant’è che riesco anche a correrci sopra. Il problema è che non passa. Il problema ancora più grosso è che dovrò star fermo dalle 6 alle 8 settimane e, praticamente, perderò tutta la preparazione primaverile. Che rabbia rabbiosa.

lunedì 2 marzo 2009

"S'IMPARA DA PICCOLI AD ESSERE GRANDI"

o sono ancora piccolo

o non ho imparato a sufficienza