mercoledì 27 maggio 2009

Cogito interrotto



Giovedì e venerdì avrò le ultime 2 terapie, lunedì la visita medica con l’ecografia di controllo e poi, se tutto va per il verso giusto, dovrei ricevere il nulla osta per riprendere a correre con le dovute cautele e precauzioni.
A parte il timore di sentire ancora dolore;
lo sconforto d’aver azzerato tutta la preparazione guadagnata con fatica e costanza;
la conseguente coscienza che dovrò lavorare non poco per recuperare il livello a cui ero (la stessa fatica che avrei fatto per migliorarmi, la dovrò fare per tornare al punto di partenza);
a parte tutto questo, sento la mancanza di qualcuno di competente che mi insegni a gestirmi nelle piccole cose quotidiane, che mi dia dei piani di lavoro efficaci, delle scadenze, degli obiettivi.
Ho ancora il cervello in quella fase passiva per la quale non ho voglia di sbattermi in prima persona ma, più probabilmente, sto anche acquisendo la consapevolezza che, arrivati ad un certo punto, si può migliorare solo si ha la voglia e la possibilità di cambiare marcia.
L’unica soluzione che vedo per cambiare marcia è iscrivermi ad una società ma, anche qui, fa capolino la mia ignoranza. Posso iscrivermi a metà anno? Ne vale la pena? Tutte ti danno l’iscrizione FIDAL? Il certificato medico per l’agonismo? …
Per intanto comincerò la mia personale indagine per identificare una valida e comoda associazione.

venerdì 22 maggio 2009

Orgoglio Nazionale





Premessa:
Si sa, purtroppo il Lago di Garda non è più italiano ormai da tanti anni e, illogica conseguenza, gran parte della popolazione gardense ha preferito cavalcare l’onda servendo e riverendo il turista straniero. Punto. Non vado più in là e chiudo la premessa senz’altri commenti.
Ieri sono stato a Gardaland e, devo ammettere, ho avuto una ben gradita sorpresa.
Alle 9.45 c’era già parecchia gente davanti agli ingressi in attesa che alzassero le saracinesche per l’apertura del parco divertimenti più grande d’Italia; tanti tedeschi con le loro vacanze di Pentecoste; gli immancabili orientali; i pullman dall’est Europa; le gite scolastiche … e chi più ne ha, più ne metta.
Pochi minuti prima delle 10.00, al di sopra della struttura d’ingresso, Prezzemolo in persona, accompagnato da tutta la sua corte, è arrivato a salutare e ad augurare una divertente giornata a tutti gli ospiti che hanno applaudito felici e contenti.
Finito lo spettacolino di benvenuto gli attori si sono fermati fronte al pubblico ed è partito forte e chiaro l’Inno Nazionale Italiano a cui tutti han dovuto, per forza di cose, essendoci ancora gli ingressi chiusi, assistere. Il papà francese alle mie spalle si è sorpreso, ha borbottato con la moglie ed ha commentato qualcosa circa Materazzi.
Tutte le informazioni relative alle attrazioni all’interno del parco vengono scandite solo in italiano, tutto il personale di Gardaland parla solo in italiano e tutta la cartellonistica presente riporta i loghi internazionali ma le diciture sono in italiano.


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... e questo è bene !

mercoledì 20 maggio 2009

"Gardalad, il sogno di un bambino è andare a Gardaland"



Ecco, giust’appunto, il sogno di un bambino, non di un papà!
Domani 21 maggio qui a Verona si festeggerà il S. Patrono e, pertanto, non ci sarà scuola.
Papà Fabio porterà l’allegra brigata a Gardaland e, credetemi, Gardaland senza consorte (di guardia in ospedale) e con tre figlie con tre diverse esigenze, equivale ad una maratona estiva.

giovedì 14 maggio 2009

Addio Achille Compagnini



E' morto la notte del 12 maggio all'eta di 94 anni Achille Compagnoni, l'alpinista che assieme a Lino Lacedelli raggiunse per primo la vetta del K2 il 31 luglio 1954.
Nato il 26 settembre 1914 a Valfurva, Sondrio, Compagnoni ha inizialmente seguito la carriera militare negli alpini prima di lavorare come maestro di sci e guida alpina a Cervinia. Grazie alla sua attività alpinistica soprattutto sul Monte Rosa, Cervino e Ortles-Cevedale, Compagnoni ha ricevuto l'invito da parte di Ardito Desio a partecipare alla storica spedizione Italiana del K2
Per questa salita gli è stata conferita la medaglia d'oro al Valor Civile e nel 2003 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce.
Per più di mezzo secolo Compagnoni è stato protagonista dell'aspra polemica con Walter Bonatti per le versioni differenti delle ultime giornate che portarano Compagnoni e Lacedelli, primi uomini al mondo, in cima alla seconda montagna più alta della terra.
Con lui se ne va uno degli alpinisti italiani più conosciuti.

mercoledì 13 maggio 2009



Va meglio. Non bene, ma meglio sì. Attenzione però, dobbiamo considerare il fatto che è dal 2 marzo che non corro. Ho capito che è stata sbagliata la diagnosi e, di conseguenza, la prima parte della terapia ma, dopo 11 settimane di riposo, mi aspetterei di più di un semplice "va meglio".
Oh, fantastico! Sono stato a fare l’analisi del piede per i plantari (che mi consegneranno mercoledì prossimo): mi è piaciuto tantissimo. Un tappetino lungo 5 metri dentro il quale sono annegati una montagna di sensori che studiano la pianta del piede in ogni suo particolare. Analisi statica e dinamica.
Cammino proprio benino scaricando giustamente i pesi sul tallone e non sull’avampiede. Sì, certo, ero condizionato dal momento e dall’ambiente ma, comunque, il risultato è da ritenersi ugualmente significativo. Mi hanno anche scansito e, dritto sullo scanner, mi è venuto un mente quel film dove gli amanti, presi dalla foga, non si accorgono che la fotocopiatrice sulla quale stanno consumando, viene inavvertitamente avviata.
Il risultato finale è stato che ho un piede moderatamente cavo.

Ora mi sorge spontaneo un dubbio:
è abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire il proprio appoggio, il peso, durante la corsa con il plantare, viene ridistribuito per preservare la fascia plantare ma, così facendo, andrò a caricare maggiormente un’altra parte del corpo che è abituata in maniera differente.
Io, bene o male, corro da tempo con un problema anatomico (piede moderatamente cavo) che ha sviluppato dei meccanismi d'equilibrio che lo hanno preservato dagli infortuni. Se sono incappato in questa lesione plantare non ha senso attribuirla alla mia anomalia anatomica, sicuramente le cause sono altre che devono essere riconosciute e rimosse per poter tornare a correre senza problemi.
Scarpe usurate?
Sovraccarico quantitativo e/o qualitativo (ho cercato la qualità con un’insufficiente/cattiva quantità alle spalle)?
….
Mah, in fase di guarigione indosserò senz’altro i plantari ma non penso che li adotterò per la vita.
Va meglio. Non bene, ma meglio sì. Attenzione però, dobbiamo considerare il fatto che è dal 2 marzo che non corro. Ho capito che è stata sbagliata la diagnosi e, di conseguenza, la prima parte della terapia ma, dopo 11 settimane di riposo, mi aspetterei di più di un semplice "va meglio".
Oh, fantastico! Sono stato a fare l’analisi del piede per i plantari (che mi consegneranno mercoledì prossimo): mi è piaciuto tantissimo. Un tappetino lungo 5 metri dentro il quale sono annegati una montagna di sensori che studiano la pianta del piede in ogni suo particolare.

Analisi statica e dinamica.

Cammino proprio benino scaricando giustamente i pesi sul tallone e non sull’avampiede. Sì, certo, ero condizionato dal momento e dall’ambiente ma, comunque, il risultato è da ritenersi ugualmente significativo. Mi hanno anche scansito e, dritto sullo scanner, mi è venuto un mente quel film dove gli amanti, presi dalla foga, non si accorgono che la fotocopiatrice sulla quale stanno consumando, viene inavvertitamente avviata.
Il risultato finale è stato che ho un piede moderatamente cavo.


Mi sorge spontaneo un dubbio:
è abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire il proprio appoggio; il peso durante la corsa con il plantare viene ridistribuito per preservare la fascia plantare ma, così facendo, andrò a caricare maggiormente un’altra parte del corpo che, ad oggi, ha lavorato e si è abituata in maniera differente.
Io, bene o male, corro da tempo con un problema anatomico (piede moderatamente cavo) che ha sicuramente sviluppato dei meccanismi d'equilibrio che lo hanno preservato dagli infortuni. Se sono incappato in questa lesione non ha molto senso attribuirla alla mia anomalia anatomica. Sicuramente le cause sono altre che devono essere riconosciute e rimosse per poter tornare a correre senza problemi.
Scarpe usurate?
Sovraccarico quantitativo e/o qualitativo (ho cercato la qualità con un’insufficiente/cattiva quantità alle spalle)?
….
Mah, in fase di guarigione indosserò senz’altro i plantari ma non penso che li adotterò per la vita.

martedì 5 maggio 2009



Il medico mi dice che, se l’antinfiammatorio ordinatomi dall'illustre collega non mi ha fatto nulla, i quadri possibili casi sono due:


  1. il principio attivo è sbagliato;

  2. non si tratta d’infiammazione.


Una semplice ecografia, et voila:


il quadro ecografico è compatibile con una lacerazione parziale della fascia plantare.



Mi viene prescritta la scansione della pianta del piede e creazione solette plantari su misura, un ciclo di 10 sedute di laserterapia e 5 di tecarterapia.
Seguirà ulteriore ecografia a verifica dalla completa cicatrizzazione della lesione.
Si stimano tempi di recupero di 30/40 gg.


Se ne riparla a luglio, dopo il mare...

lunedì 4 maggio 2009



Demoralizzato e anche un po’ preoccupato.
Settimana scorsa (la 9^ di riposo) ho ripreso a corricchiare, poca roba: l’anello da 5 km, in piano e su asfalto, chiuso in 30’ giusti che equivalgono a 6’ a km.
Ma sì, dai, le sensazioni non erano da buttar via. Ero molto concentrato sul mio piede, lo ascoltavo attento a tutto quello che aveva da dirmi e, fin che lavorava, non aveva gran che di cui parlare. Forse sulla rullata, quando l’avampiede avrebbe dovuto spingere, là, al centro dell’arco plantare, in corrispondenza dell’alluce, si sentiva un timido bisbiglio, ma forse era solo suggestione.
Suggestione ‘na bella merla!
La sera il timido bisbiglio si era trasformato in un gioioso dialogo, tant’è che l’iperestensione plantare era decisamente fastidiosa e il dolore, al tocco, acuto e molto ben localizzato.
Adesso comincio a preoccuparmi.
Oltre due mesi fermo, la montagna limitata allo sci e le ciaspole o le escursioni solo con lo scarpone rigido, stando attento a non sollecitare troppo il piede…
È logico demoralizzarsi e cominciare a vedere allontanarsi i progetti primaverili ed estivi. Non solo quelli relativi al running ma anche il resto, a cominciare dalla 3 giorni di mini trekking in tenda promesso a una delle figlie per fine mese.
Oggi, alle 16:30, ho appuntamento con il medico del centro fisioterapico il quale, sicuramente, mi ordinerà almeno un paio di cicli di terapie.