lunedì 20 dicembre 2010

è ora di far 2 conti


premesso che:
HO preso coscienza non posso permettermi di fare il runner duro e puro;
HO necessità di diversificare i lavori;
NON voglio rischiare gratuiti infortuni che comprometterebbero anche l’attività montana;
CI sono priorità ben precise che limitano il tempo a mia disposizione
PIU' di 4 allenamenti alla settimana fatico a farceli stare con costanza

tutto ciò premesso, E' ORA DI FAR DUE CONTI:
PER
quest’inverno mi declassifico da runner a jogger limitando a due volte a settimana le uscite in strada (consapevole che punto a 2 per arrivare, di norma, ad una);
DUE sere le dedicherò al potenziamento in palestra;
DA solo, con la moglie, con il cane o con qualche figlia, i pochi, ahimè, week-end liberi saranno tutti all’insegna dell’aria aperta.

più che due conti, sembrano i buoni propositi per l’anno nuovo…

martedì 7 dicembre 2010

ditemi perchè

"ditemi perchè se la mucca fa mu il merlo non fa me"
(Elio e Le Storie Tese)

a parte gli scherzi:
perchè con il freddo il naso gocciola?

sarà che son fatto male io, ma quando corro d'inverno faccio una fatica a fare quella manovra là di cui ha scritto il buon Fat un paio d'anni fa

mercoledì 1 dicembre 2010

una ventina di giorni

Sei diventato pigro!
No, è che ho un dolorino al tendine d’achille…
Un dolorino?
Non è proprio un dolorino, è più un fastidio… e poi ho anche il ginocchio che non è a posto. Preferisco non forzare.
Ah ma allora, se non forzi, vuol dire che almeno ti mantieni corricchiando.
Non corro però cammino tanto.
Cammini? Tanto quanto? Sai che non si migliora ciò che non si misura.
Mah, non saprei. Esco con il cane e cammino.
Stretching, potenziamento...?
E quando? Non ho tempo.
Davvero non hai tempo? Ma dimmi: da quant’è che non metti le scarpe per correre?
Non tanto, una ventina di giorni.
TRE SETTIMANE! Tre settimane sono quasi 150 km non fatti.
Ohssignur, una ventina di giorni mimetizza meglio la mia defaillance.
Dai, su, quando riprendi?
Con il 1° di dicembre.
Oggi (!), e lo fai anche se sta nevicando?
Acc…

giovedì 28 ottobre 2010

Questione di nome

Fedele alla linea per la quale, quando cambio le scarpe che uso per correre, viene dato il giro anche a quelle per il tempo libero, le Nike Vomero prendono il posto delle Mizuno che, a loro volta, escono definitivamente di casa;
new entry nello scenario running sono le Asics Gel Cumulus 12 che affiancano le più leggere Asics Gel Stratus 3.
Asics è indubbiamente la mia marca preferita anche se, a onor del vero, ho provato le Reebok Premier Verona Supreme che, al di là di quell’intrigante “Verona” (proprio qui a Verona), me le sono sentite molto bene addosso.
Qui la differenza l’ha fatta solo ed esclusivamente il nome Asics.

martedì 19 ottobre 2010

Correre lontano dai pericoli della città...

articolo tratto da MONTAGNA.TV

VALGREGHENTINO, Lecco - E’ forse l’aggressione di un cervo in amore la spiegazione della misteriosa morte di un 59enne lecchese, trovato dissanguato e ferito nei boschi tra Valgreghentino e Olginate circa una settimana fa. L’ipotesi, incredibilmente simile all’incidente accaduto in Canada con una capra delle nevi, sta preoccupando gli abitanti del paese.
Sulle prime, sembrava che l’uomo fosse rimasto vittima di una brutta caduta. Uscito di casa venerdì sera per andare a correre come faceva di solito, era stato trovato senza vita nel bosco da un cacciatore la mattina dopo, con fratture esposte della tibia e del perone. Aveva perso molto sangue, che aveva cercato disperatamente di tamponare prima di perdere conoscenza e spirare.
Una volta recuperata la salma, però, familiari e inquirenti si sono accorti di altre ferite all’inguine e ai glutei e di diverse lacerazioni alle mani. “Erano in diversi punti, sembravano tracce di un combattimento” ha detto il fratello dell’uomo al Giornale di Lecco.
Così, è nata l’ipotesi dell’aggressione da parte di un cervo, che molte volte è stato visto nella zona. In questo periodo, l’animale vive la stagione degli amori e fra i maschi sono frequenti i combattimenti. Le ferite, secondo i medici, sarebbero compatibili con un attacco ripetuto da parte dell’animale.

lunedì 18 ottobre 2010

Superenalotto

Sabato mattina. Corro a sensazione avendo come unico obiettivo quello di chiudere un casuale anello abbastanza lungo con andature relativamente lente.
Al rientro schiaccio lo stop e vien fuori che, fatalità, ho corso venti km tondi-tondi in cento minuti tondi-tondi.
Sull’onda della simpatica e stravagante casualità, gioco la schedina del Superenalotto (hai visto mai, magari è la volta buona…).
5 riquadri da 6 numeri ciascuno, un totale di 30 numeri su 90 disponibili.
Nemmeno a farlo apposta! Prosegue la tendenza e totalizzo uno zero tondo-tondo.

mercoledì 6 ottobre 2010

Le ragazze con l'asinello

La Repubblica
Gruppo Editoriale L’Espresso SpA


Lettera: Le ragazze con l'asinello.

"Io sono un viandante, diceva Zarathustra al suo cuore. Infine non si vive se non con se stessi" (Nietzsche)

Uscendo dalla stazione di Mestre per avviarmi verso il garage dove tengo la macchina, mi sono trovato di fronte a qualcosa a dir poco inconsueta. Due ragazze, in compagnia di un asinello, camminavano tranquillamente, assolutamente incuranti di quanto le circondava. Erano circa ventenni e se ne andavano semplicemente in giro per l'Italia, in compagnia del loro fidato amico, a piedi, per conoscere città, luoghi, persone, cose.
Guardarle è stato per me un nuovo respiro. C'era qualcosa di biblico in loro, nei loro occhi sorpresi del mio sorprendermi, nel loro abbigliamento di pantaloni di tela, scarponcini adatti a chi deve molto camminare, giubbotti dotati di strisce rifrangenti per essere visibili al buio. Avevano disposto due zaini sulla schiena del loro asinello, si erano munite di bastoni utili per il loro cammino, ed erano semplicemente andate.
Sono stato totalmente preso dalla bellezza della situazione. Cosa c'è, mi sono chiesto, nel cuore di due ventenni che se ne vanno in cerca di briciole di verità, a modo loro, incuranti della fitta ottusità che ci circonda, della sgangheratezza di questo mondo che ci bombarda di "valori" demenziali?
Mi sono sentito commosso e pieno di gioia.
Fabio Lombardo

Risponde: Umberto Galimberti

Tutti noi viaggiamo, ma, a differenza di quelle due ragazze, non siamo "viandanti", ma semplici "viaggiatori" diretti in un Luogo, che non sanno nulla dei paesaggi che li separano dalla meta, puri interluoghi tra una partenza e un arrivo. Camminando senza una meta all'orizzonte per non perdere le figure del paesaggio, le due ragazze spingono avanti i loro passi, ma non con l'intenzione di trovare qualcosa: la casa, la patria, l'amore, la verità, la salvezza, ma unicamente i doni del paesaggio, che solo il viandante è in grado di percepire, perché sa che è il paesaggio stesso la meta, basta guardarlo, sentirlo, accoglierlo nell'assenza spaesante del suo senza-confine. Facendola uscire dall'abituale e quindi dalle sue abitudini, caro Fabio, le due ragazze con il loro asinello l'hanno esposta all'"insolito", dove è possibile scoprire, ma solo per una notte o per un giorno, come il cielo si stende su quella terra, come la notte dispiega nel cielo costellazioni ignote, come la religione aduna le speranze, come la tradizione fa popolo, la solitudine fa deserto, l'iscrizione fa storia, il fiume fa ansa, la terra fa solco, la macchina fa tecnica, in quella rapida sequenza con cui si succedono le esperienze del mondo che sfuggono a qualsiasi tentativo che cerchi di fissarle e di disporle in successione ordinata, perché, al di là di ogni progetto orientato, il nomade sa che la totalità è sfuggente, che il non-senso contamina il senso, che il possibile eccede sul reale e che ogni progetto che tenta la comprensione e l'abbraccio totale è follia. Ma per noi, che a differenza del viandante, "viaggiamo", che ne è dell'intervallo tra l'inizio e la fine? Che ne è del cammino per chi vuol arrivare? Per chi vuol arrivare, per chi mira alle cose ultime, ma anche per chi mira alle mete prossime, del viaggio ne è nulla. Le terre che egli attraversa non esistono. Conta solo la meta. Egli viaggia per "arrivare", non per "conoscere". Così il viaggio muore durante il viaggio, muore in ogni tappa che lo avvicina alla meta. E con il viaggio muore l'Io stesso fissato sulla meta e cieco all'esperienza che la via dispiega al viandante che sa abitare il paesaggio e, insieme, al paesaggio sa dire addio. L'escatologia religiosa e la progettualità laica inaugurano un viaggiatore che tratta i luoghi che incontra come luoghi di transito, tappe che lo avvicinano alla meta. Per lui i luoghi diventano "interluoghi" in attesa di quel Luogo che è la meta stessa, la patria ritrovata, la vita realizzata, la stabilità raggiunta. Inutilmente la via ha istituito viandanti, le nostre orecchie sono sorde alle loro voci e a quelle dei luoghi, le sirene della "meta" e del "ritorno" hanno cancellato ogni stupore, ogni meraviglia, ogni dolore. L'attesa del Regno ha ridotto la via a "interregno", terra di nessuno prima delle cose ultime, anche se in quella terra di nessuno trascorre poi la nostra vita, che non è una corsa verso la meta, ma uno spazio concesso all'umano come sua terra che non è patria, ma semplice via, che si muove tra le macerie dei templi crollati e nel silenzio degli oracoli e delle profezie.

martedì 21 settembre 2010

Trail e Montagna: due cose ben distinte.

Non ricordo in quale rifugio c'era una maglietta con serigrafato:
Non correre. Scopri!
In una quotidianità che ci obbliga a correre, a comportarci come farfalle intorno alla lampadina, l’unico antidoto sembra essere quello d’uscire dal contesto e rallentare.
Un binomio simbiotico: montagna e tempo.
Immerso tra i monti non mi viene molto naturale correre, se non come segnale di gioia e libertà.
Voglio (ri)scoprire quella “lentezza consapevole” di cui tanto si parla, il camminare con passo lento, guardarmi intorno perché so che troverò sempre un fiore, un insetto, un animale, un colore, un panorama diverso. So che non smetterò mai di stupirmi.
Il camminare lento favorisce il dialogo interiore e/o l’ascolto di chi ho a fianco, aggrega, amalgama le esigenze mie e dei compagni di viaggio.
Mi permette di scorgere luoghi dimenticati del mio essere, sia mentre guardo fuori, sia mentre mi osservo dentro.
La cosa bella e sorprendente è che tutto questo, spesso, avviene contemporaneamente e non credo a chi mi dice che il trail running è una bella occasione per vivere la montagna.

martedì 14 settembre 2010

Oh, raga, tutto rego, tutto apo

foto di Antonio Rossi

Non ci si scappa:
minore è la preparazione, maggiore sarà il tempo impiegato

12 settembre 2010
Verona-Boscochisanuova
32,700 Km
1.200 m dislivello +

In partenza salgo sul convoglio del capotreno Michele che, macchina da guerra, mi porta fino al 21° km scandendo un ritmo ottimo e costante nonostante i continui cambi di pendenza.
A questo punto, arrivati ai piedi della lunga ed impegnativa salita finale, saluto tutti, ringrazio e scendo dal treno per proseguire da solo.
So di dover cambiare passo per non correre il rischio saltare in aria nei rimanenti 12 km di salita pura e dura.
Metto i paraocchi per non cadere in tentazione, mi imposto e affronto i rimanenti 700 m di dislivello arrivando al gonfiabile con 12’ di ritardo rispetto all’altr’anno.
Sono sereno, fisicamente presente (!!!) e consapevole che “del senno del poi son piene le fosse”.

Nota: ristori scarsi nella quantità e nella qualità; basti dire che il primo era al 9° km e i rimanenti a sorpresa…

giovedì 9 settembre 2010

domenica 12.09.2010

Domenica correrò la Verona-Bosco, 32 km e 1.200 m di dislivello +.
Nessuna aspettativa se non quella di terminarla fisicamente bene.
Ora: sappiamo benissimo che quando si dice “nessuna aspettativa” in realtà, nella nostra testolina, abbiamo circa chiaro cosa potremmo valere.
Perché, allora, preferiamo non sbilanciarci? Insicurezza? Paura? … cosa?

lunedì 6 settembre 2010

Venga fuori chi è stato


Venga fuori chi è stato!
Chi è stato che ha cominciato a scrivere di cali di pressione, di bradicardia, di crisi lipotimiche?
Voi scrivete e IO SOMATIZZO!
Sabato, ore 15:30, carico la lavatrice, chiudo la porta e spengo la luce delle scale. Probabilmente l’interruttore ha fatto contatto anche con il mio cervello perché mi sono svegliato a terra, gambe alte, ghiaccio in testa, occhi sgranati delle bimbe e mia moglie che, svestita (??) dal ruolo di consorte, si è calata immediatamente nella sua professione sanitaria.
Non si capisce cosa sia successo. Fatto sta che mi ritrovo pieno di botte: un gran bernoccolo in testa, una spalla nera, una chiappa dolorante ed i cordoni del collo infiammati.
Duro e puro, già da domenica son tornato ad indossare canotta e pantaloncini per 45’ di corsa media (i tibiali ringraziano).
Dura e pura, mia moglie non condivide né la ripresa degli allenamenti, né la ferma volontà di provare ugualmente la Verona Bosco di domenica prossima.

mercoledì 1 settembre 2010

in tutta libertà

Il tibiale lentamente mi sembra stia migliorando; rimango fermo e coccolo il lumicino di speranza per il 12 ;

HIKING? Maddai, oltre il trekking anche l’hiking? Escursionismo! No? C’est plus facile!;

Fignon, campione, è solo un’illusione” cantavamo in Arena all’arrivo dell’ultima crono del giro d'Italia dell’84 con la quale Moser è riuscito a rimontarlo strappandogli maglia e giro (rivoluzionaria ruota lenticolare). Ieri, il professor Fignon è morto, a 50 anni, per colpa di un cancro. Attinenze con gli “integratori prestazionali”?;

Mi chiedono di fare Palvico. Non ho una grande esperienza ma, di quel torrente ho un ottimo ricordo (più dell’osannato Vajo dell’Orsa). Bellissimo l’ultimo salto da 50 m. Rimango scettico sulla compagnia: il cannyonig non si può azzardare. Seguirà cortese rinuncia;

Ho riabbracciato la chitarra. Mi sono concesso un’oretta, la stessa oretta che avrei speso per allenarmi. Il mese prossimo riprendono le lezioni e mi spiacerebbe arrivare impreparato anche se, dopo tutto, io frequento perché sia Fabio a prepararmi;

Non so se condivido le competizioni di trail running. Di primo acchito no;

Oggi il meteo è bellissimo. Mi ha fatto sorridere sentir dire che stamattina si vedeva il cielo in HD;

Mi sforzo di tener a mente che, per me, la corsa è nata come preparazione alla montagna.

martedì 31 agosto 2010

AAA Regalonsi

AAA Regalonsi solo se interessati iscrizione e pettorale Verona-Bosco (32 km - no staffetta).

P.S. Anche se il mio inglese zoppica un pochino, penso che la foto renda ugualmente l’idea del mio stato d’animo

lunedì 30 agosto 2010

Agguato!


Questo è un agguato bell’e buono!
Si comincia venerdì con le ripetute in salita: arrivo lento alla base della rampa in 20’ e parto. Niente! Le gambe non ne vogliono sapere. Recupero e mi giro per la seconda. Peggio e, in più soffro anche quello che dovrebbe essere il recupero. Provo la terza ma l’unico risultato che ottengo è peggiorarmi per poi sfinirmi del tutto con la quarta. Dovrei farne dieci ma decido per il forfait. Oggi non è proprio giornata. Rientro camminando, esausto, vergognoso e pensieroso.
Meno male che il sabato prevede riposo e, quasi quasi, cambio il lungo di domenica con un rigenerante.
E invece NO!
Eccolo lì il bastardo. L’agguato del curucucù!
Il giorno dopo mi alzo con quel dannato dolore al tibiale posteriore!
Proverò a fermarmi per un po’ di giorni quando, di giorni, ne mancano solo 12 dalla Verona Bosco.
Un cattivo contrattacco del tibiale che è rimasto un sacco di tempo lì in agguato ad aspettare il momento migliore (peggiore!) per farsi vivo.

lunedì 23 agosto 2010

e non mi si venga a dire...

Si è chiusa una settimana un po’ così…
Un fastidio intestinale ed un cerchio alla testa che non mi fanno star sereno.
Venerdì ho dato forfait per le ripetute lunghe; sono rimasto seduto in giardino (e non solo) aspettando che arrivasse il temporale e poi ho avuto la faccia tosta d’incolpare il meteo del fatto che non ho potuto allenarmi (Pinocchio docet).
Sabato la tabella segna un meritato riposo.
Domenica mattina esco alle 6.40 per un Lungo Lento di 70’ + Corsa Media di 30’. M’impegno, mi sforzo, corro svogliato e soffro più del solito ma, ligio al dovere, rientro a casa dopo 100’ con 20 km e mezzo nelle scarpe.
A metà mattina mi accorgo di aver sbagliato domenica. Avrei dovuto correre un lungo svelto di 60’.
E lor signori non mi vengano a dire che va bene lo stesso perché, nel momento in cui, correndo, ho guardato il crono che segnava 0:58:15, ho dovuto davvero violentarmi proseguire quando, in realtà, ero praticamente arrivato.

mercoledì 18 agosto 2010

Like a Rock

Ringrazio Furio che, con questo suo bellissimo post, mi ha fatto tornare in mente Bob Seger e le sue canzoni. Non me ne voglia se pubblico anch'io la traduzione di Like a Rock.


Come Una Roccia

Rimanevo là con coraggio
Sudando sotto il sole
Sentendomi come uno in un milione
Sentendomi come il numero uno
Il peso dell'estate
Non l'avevo mai sentito così forte
Come una roccia

Avevo diciott'anni
Non avevo una preoccupazione
Lavorando per una miseria
Non un centesimo da mettere da parte
Ma ero snello e
resistente ovunque
Come una roccia

Le mie mani erano salde
I miei occhi limpidi e luminosi
Il mio camminare aveva uno scopo
I miei passi erano rapidi e leggeri
E sostenevo con fermezza ciò che pensavo fosse giusto
Come una roccia

Come una roccia, ero forte quanto potevo essere
Come una roccia, non mi accadeva nulla
Come una roccia, ero qualcosa da vedere
Come una roccia

E stavo dritto come una freccia
Non gravato dal peso
di tutti questi che ti spingono e dei loro schemi
Stavo lì fiero, stavo lì alto
In alto sopra tutto ciò
Credevo ancora nei miei sogni
Vent'anni fa
Dove sono finiti?
Vent'anni
Non lo so
Mi siedo e mi domando, certe volte
Dove sono andati

E certe sere, tardi
mentre sono avvolto dalla luce del fuoco
La luna arriva portando con sè un bianco spettrale
E io mi ricordo
Mi ricordo

Come una roccia, in piedi dritto come una freccia
Come una roccia, caricandomi all'uscita
Come una roccia, portando il peso
Come una roccia

Come una roccia, il sole sulla mia pelle
Come una roccia,fermo nel vento
Come una roccia, mi rivedo
Come una roccia

martedì 17 agosto 2010

cammino ergo esploro

Signore e signori,
questo non è solo trekking, è ESPLORAZIONE !
Ma pensate, poi, a cosa ci deve esser stato dietro ad un’impresa del genere: preparazione, materiali, logistica, spese, sponsor …
Non mi vergogno nell’affermare che
nutro una sana e naturale INVIDIA

venerdì 13 agosto 2010

CLRx60'

CLRx60' = Corsa Lenta Rigenerante per un'ora.
Son partito per fare quest'allenamento ed è venuto fuori tutt'altro!
Assomigliava più ad un CCdCx80' dove l'acronimo lo lascio a libera interpretazione.
Si sappia, però, che son rimasto deluso dall'ennesima conferma del fatto che fatico tantissimo a gestirmi

mercoledì 11 agosto 2010

La mia prima volta

Per la prima volta mi sto allenando con un attimo di metodo.
Ieri ho fatto:
Corsa Lenta 4,5 km + 10x150 m. salita + Progressione 2 km
Ho portato a casa 9 chilometri e mezzo e mi sono anche divertito

L’unica cosa che ancora non mi decido a fare è comprare 'sto benedetto (davvero?) Garmin e, di conseguenza, non posso tenere sott’occhio la velocità

lunedì 9 agosto 2010

provare non costa niente (chi l'ha detto?)

Ho deciso di mettere a frutto quelle che spacciavo per corsette serali ma che, nel mio intimo, sapevo essere preparatorie ad un evento ben preciso.
Stimolato anche dal post di Michele, mi sono iscritto alla Verona-Bosco del 19 settembre.
Nessuna aspettativa nè pretesa ma solo la voglia di rimettermi in gioco dopo un sacco di tempo nonostante non mi senta ancora al 100% ma, si sa, io ho furbo!

martedì 27 luglio 2010

Mezz'oretta

Domenica è stata una giornata interamente dedicata alle figlie. Già programmata da diversi giorni, mi ha stupito avanzare del tempo (e dell’energia) per poter uscire a correre.
Sei km, nulla di eclatante, una mezzoretta ma, tanto è stata inaspettata, tanto è stata corsa di gusto.
Peraltro ero anche un po’ preoccupato per un pelo di fastidio sull’interno tibia sx che mi richiamava pensieri negativi.
Ho rispolverato le Nike Vomero, più protettive delle Asisc Stratus 3, evvia!
Son rimasto proprio soddisfatto, appagato e mi sono anche divertito.
Il dolorino è sempre lì ma non si è accentuato. Lo tengo a bada con un buon riscaldamento e tanto stretching.

lunedì 19 luglio 2010

TORNATO (come il vitello) dall'E5.

Tornato dalle ferie itineranti che han visto l'intera family impegnata in una sei giorni "da rifugio a rifugio" sul Sentiero Europeo n° 5 attraverso l'Altopiano dei Sette Comuni, il Pasubio e le Prealpi Venete di Carega e Lessini, espongo una delle poche note negative riscontrate:
Domenica, tappa relativamente breve ma con oltre 1.200 m di dislivello positivo concentrato nella seconda parte della giornata, tempo ottimo, frequentazione alta ... e 'sti rompiballe di runner che si allenano scendendo a bomba dal ripido single track, incuranti di chi sale carico con uno zaino plurigiornaliero con bimbe al seguito, pretendendo precedenze e non abbozzando un benchè minimo cenno di ringraziamento nei confronti di chi si trova costretto a lasciar loro strada.

giovedì 1 luglio 2010

Veloce, veloce (da leccarsi le orecchie)

Veloce, veloce il post perchè non ho tempo e veloce, veloce l'allenamento di ieri sera che, per la prima volta da dopo l'infortunio, è rimasto sempre sotto i 5'/km
Son soddisfazioni!
... o no?

mercoledì 16 giugno 2010

è il mio corpo che cambia nella forma e nel colore ...

Prima non accadeva ma, adesso, succede che:
1. fin che corro, il sudore mi cola negli occhi;
2. quando allaccio la coulisse dei pantaloncini, il cordone mi strappa i peli sotto l’ombelico;

Provo ad azzardare delle ipotesi:
1.1
l’anno scorso ero così veloce che, così come le gocce di pioggia sul parabrezza della macchina in autostrada, il sudore non riusciva a rimanere sul viso;
1.2 ho delle nuove rughe d’espressione che, tipo canali di raccolta, hanno la funzione di convergere il sudore verso gli occhi per evitare che le mie folli andature secchino il bulbo oculare (Madre Natura non lascia nulla al caso)
1.3 ho annullato l’effetto diga che aveva il sopracciglio decespugliandolo da tutti quei peli matti che, dopo i quarant’anni, impazziscono e cominciano a vivere di vita propria
_________
2.1 i peli sotto l’ombelico si sono allungati a dismisura per lo stesso principio descritto al punto 1.3;
2.2 la coulisse è esterna proprio per evitare il problema ma io sbaglio mettendo le braghe storte … qui, però, non si capirebbe come riuscirei a gestire la mutanda;
2.3 sono talmente dimagrito che devo stringere il cordone a tal punto che mi annodo anche i peli

giovedì 10 giugno 2010

c'est plus facile

Già fatico a gestire i miei sconclusionati allenamenti ma, ora che ho tutta l’allegra family sulle deboli spalle, accuso il colpo in maniera evidente.
Bisogna prepararsi, far fondo, provare materiali, cernitare…

Tutto nasce dal fatto che, per quest’estate, è stato democraticamente (???) deciso di andare in montagna. Tanto è bastato per scatenare i malumori delle figlie che si aspettavano la solita selvaggia vacanza marittima. L’apoteosi dei musi lunghi e delle proteste l’ho raggiunto quando ho rincarato la dose rivelando il semplicissimo programma:
1° giorno - treno fino a Trento e mezzi pubblici per risalire tutta la Val Sugana;
dal 2° al 7° giorno - rientro a casa a piedi.

Che c’è?
C’est plus facile!

mercoledì 26 maggio 2010

i pensierini


Corro ancora con estrema attenzione, mi limito sia nel numero di allenamenti che nelle distanze.
Ieri mi sono preparato volentieri, non come quei giorni nei quali devo farmi violenza per uscire.
Con il cancello di casa alle spalle lancio uno sguardo a sinistra, uno a destra, schiaccio lo start e parto.
Mi scaldo per l’anello dei 7 chilometri, quello di via 1° Maggio, via Cesari, Scopella e lo stabilimento Bauli.
Fatico molto tenere la soglia, le gambe vanno ma il cardio continua a suonare.
Rallento.
I battiti, pur rientrando nei valori, rimangono alti.
Appena mi distraggo l’allarme mi richiama subito all’ordine.
Che duepalle.
Tolgo il sonoro e, sempre corricchiando, rimango a guardare pensieroso i numeri che non smettono di lampeggiare.
Giornata storta?
Eppure le sensazioni sono buone …
Continuo a gestirmi in maniera accorta fin quando vengo raggiunto da Luca.
Mi affianca, mi domanda come sto e si propone per farmi compagnia fino a casa.
Lascio fare alle gambe quello che vogliono e mi metto al passo di Luca che, peraltro, reputo assolutamente gestibile nonostante i miei 184 BPM.
In 42 minuti d’allenamento solamente 10 li ho corsi entro i limiti.
? ? ? ?
Mah, chissà …

venerdì 14 maggio 2010

Basta acqua, accidenti!


Esco a correre;
azzardo l’anello sterrato;
al 2° km incrocio Chiara che sta chiudendo il suo allenamento;
quando s’incrocia Chiara non si può fare a meno di girarsi (a buon intenditor…);
mi volto eeeee SPLASCH !
una mega pozzangherona fangosa inghiotte il mio piede sinistro fino al malleolo.

Basta, accidenti, non se ne può più di pioggia!

giovedì 13 maggio 2010

cadeaux 110 e lode


Ciccò?
PRESENTE!

Io ci sono, è il sergente Hartman che ha disertato prim’ancora del giuramento lasciandomi in balia di me stesso e delle mie misere corsette, accidenti a lui.

Ma bando alle ciance: ho deciso che, per il mio prossimo compleanno, mi regalerò il neonato Garmin Forerunner 110.
Qualcuno l’ha già provato?

giovedì 22 aprile 2010

e se son rose...


Visto e considerato che IO HO FURBO -vedi qui- e che, come tale, le cose le capisco al volo, ho avuto la folgorante idea di cercare il mio sergente Hartman, quello di Full Metal Jacket, quello di:
“Chi ha parlato? Chi ca##o ha parlato? Chi è quel lurido stron#o, comunista, checca e pompinaro che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno eh? Sarà stata la fatina buona del ca##o! Io vi ammazzo a forza di ginnastica, vi faccio venire i muscoli al buco del c##o, che ci potete succhiare il latte senza cannuccia!”
Mi son fatto prendere la mano e mi sono perso.
Di cosa stavo scrivendo?
Ahnsì, ecco, allora... premesso che:
• non posso allenarmi in giorni ed orari prestabiliti;
• la domanda di preparatori per il running non è particolarmente alta;
• non sono etiope né mi chiamo Stefano Baldini;
• il mio conto corrente dev’essere rotto ma non si trova il buco dal quale escono i soldini che io, tanto diligentemente, ci metto dentro.
Tutto ciò premesso, non è stato proprio facile trovare una persona competente e disponibile ad aiutarmi.
Ho passato diversi nomi, tanti che curano la preparazione dei ciclisti e che reputano facile traslarla sul podismo.
Alla fine si è affacciato Michele, consigliato da più d’uno sia sul piano sportivo che su quello umano ed anche, perchè no?, su quello economico.
Lo conoscerò domani in pausa pranzo ... e se son rose fioriranno (e se son cachi?)

mercoledì 7 aprile 2010

piano, piano...


Questo è un periodo un po’ così, come nella foto.
Mi muovo in punta dei piedi, attento a non disturbare. Non per riguardo ma per la consapevolezza che meno mi metto in evidenza, più riesco a starmene tranquillo.
Una fievole traccia che svanirà. La neve si scioglie ed io non sono mai stato lì.
Ma è tutto dentro di me.
Mio.
Solo ed esclusivamente mio.

lunedì 1 marzo 2010

Canne al vento


Siamo proprio come canne al vento. Siamo canne, e la sorte è il vento.

Cambio il sostantivo sorte ed il gioco è fatto!
Non so se, trent'anni fa, quei pochi intimi deputati a decidere abbiano coscientemente tratto spunto dal capolavoro verista di Grazia Deledda ma, mio malgrado, mi ci devo riconoscere.
L’ultima sgambata in montagna in compagnia del cane lo ha nuovamente confermato.

martedì 23 febbraio 2010

coperta troppo corta?

Metti in ordine obblighi, impegni, ruoli ed interessi e cerca costruirci una traballante piattaforma che, giocoforza, deve rimanere coperta da quella che è la costante oggettiva per antonomasia: il tempo.
Quando sei convinto di esserci riuscito c’è sempre il malumore di qualcuno che ti fa notare che l’angolo che reputa essere di propria competenza è rimasto scoperto e allora, proprio per il fatto che la coperta è fissa ed invariabile, devi metter mano alla piattaforma.
Limi dove riesci a limare e ti accorgi che gli incastri non coincidono più e quello che doveva essere un piccolo ritocco diventa una generale ristrutturazione.
Non è la coperta ad essere troppo corta; è il letto che è troppo grande!

lunedì 22 febbraio 2010

giovedì 18 febbraio 2010

IO HO FURBO


Dieci validi motivi per cui IO HO FURBO:

1. ho corso per più di tre ore senza conoscere l’utilità della vaselina (...e non è successo solo una volta);
2. mi sono allenato con costanza e dedizione per due anni sempre con le stesse scarpe;
3. ho preparato la Verona Marathon con tre allenamenti alla settimana, mai sotto i 18 km e sempre corsi uguali e molto sostenuti;
4. ho cambiato scarpe la settimana prima della maratona;
5. 42 km in 3:28:21 e i giorni a seguire nessuno scarico perché, tanto, sono già allenato;
6. un uomo vero non si ferma solo per un banale dolorino sotto il piede che poi si rivela essere una lesione con versamento alla fascia plantare già super infiammata (10 mesi fermo);
7. dopo l’infortunio riprendo subito a correre 4 volte a settimana spingendo sempre per rimanere costantemente sotto i 5’/km;
8. il plantare sinistro mi da fastidio e mi segna l’arco ma non lo porto a far vedere, con il tempo si adatterà da solo;
9. tiro via i plantari; dopo tutto ho corso senza per tanto tempo;
10. è giusto che il terzo medio della tibia faccia male, vuol dire che sto lavorando bene, bisogna proseguire senza mollare. Avanti sempre fin quando non riesco più nemmeno ad appoggiare l’avampiede.

lunedì 8 febbraio 2010

Miei graditi ospiti.


Siore e siori venghino. Sarete miei graditi ospiti.
Come da preventivi accordi con il sig. Tosi, lo sceriffo padano di Verona, potete accedere liberamente all’interno dell’Arena, sistemarvi come meglio credete, occupare tutti i quasi 20.000 posti disponibili.
Io sarò lì, in piedi sulla berlina appositamente costruita e posta al centro dell’anfiteatro, vestito di arancione. Molto ben visibile.
La sequenza che vi chiedo è semplice:
1) fronte a me, indicatemi tenendo entrambe braccia tese;
2) rimanendo ben fermi con i gomiti, portate contemporaneamente le mani alla nuca;
3) sempre mantenendo i gomiti in posizione, tornate ad indicarmi;
4) ripetete i movimenti di cui ai punti 2 e 3 con cadenza regolare, senza pause ed accompagnandovi con un leggero movimento del tronco;
5) abbinate sempre al gesto 4 la parola “scemo” scandendola bene a voce alta e chiara, strascicando un po’ più del dovuto la vocale e.

Uno, due, tre. VIA:
"SCEEEMOSCEEEMOSCEEEMOSCEEEMO "

Grazie.
Sono in debito.
____
Ah, dimenticavo:
la mia nuova-nuova periostite tibiale mi costringe ad allontanarmi dalla corsa per almeno per una trentina di giorni.

mercoledì 3 febbraio 2010

Chapeau !


Sissignori tanto di cappello a chi riesce, deve, può o preferisce dar sfogo alla propria passione ad inizio giornata, prima di cominciare a combattere con la quotidianità.
Ieri sera, fin che correvo il mio progressivo, ho fatto un accurato “studio di fattibilità” ed ho convenuto che preferisco nascondermi dietro al fatto che la mia giornata ordinaria comincia alle 6:15 e, pertanto, non posso permettermi di puntare la sveglia alle 4:30.
Convinzione assolutamente ribadita e confermata stamattina quando mi sono trascinato fuori dal piumone.

lunedì 1 febbraio 2010

Papà 'gnorante!

-Papà, come mai se hai corso 10 km in 47’ scrivi che hai fatto 4’42’’ a km quando, in realtà, 47 diviso 10 fa 4,7? Vuoi far vedere che vai più forte? Ti imbrogli da solo?-
-Ma no, è che bisogna ragionare in sessantesimi… -
-E allora che operazione si fa? -
-Hemm, non lo so, la fa il computer, aspetta che ci penso… mumble, mumble ...-
Papà 'gnorante!
Getto la spugna e mando un SMS all’ing. Fatdaddy che, disponibile e cortese come sempre, mi risolve l'arcano problema
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Memo:
Ho chiuso gennaio, dopo 10 mesi di stop, con:
tot di 154 km ad un passo medio di 5e35
6:40:50 in soglia, 7:26:10 out
bpm di 155 AVG e una media dei bpm max di 171

mercoledì 27 gennaio 2010

Chi dice "MAH" cuor leggero non ha

La mia situazione sul fronte della corsa è risaputa; ho ripreso a correre seriamente da inizio mese e, ad oggi, ho circa 130 km nelle gambe.
Il 21 febbraio si corre a Verona, a casa mia. Ho una voglia matta di unirmi alla mezza. Ho voglia di farlo per il contesto e per la compagnia, non m’interessano i risultati che, ahimè, sono ancora ben distanti.
Sono molto combattuto.

venerdì 22 gennaio 2010

Progressivo dimmer*a



Ieri toccava il progressivo che, secondo gentilissime indicazioni, dovrebbe strutturarsi in 50% lento, 30% medio e 20% veloce.
Molto buone le sensazioni e validi anche i riscontri consuntivati a tavolino.
Due note stonate:
1) Sanguinolente vescica nella zona distale dell’arco del piede destro, dovuta al plantare ortopedico probabilmente inserito male;
2) Gigantesca cacca di gigantesco cane che, ancora in fase di riscaldamento, ho prontamente provveduto a pestare (la cacca, non il cane).

mercoledì 13 gennaio 2010

estote parati


L’ho sempre saputo, l’ho già detto e qui lo ribadisco: la categoria dei ciclisti racchiude il più alto numero di fondamentalisti!
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Ciccò: -lunedì 1° febbraio ho la visita agonistica-
Ciclista: -da chi vai?-
Ciccò: -all’Istituto di Medicina dello Sport di SS.Trinità-
Ciclista: -e ti stai preparando?-
Ciccò: -in che senso?-
Ciclista: -eh sì, non vorrai mica far brutta figura, vero? Quando io ho fatto la visita, il medico si è complimentato e ha paragonato i miei valori a quelli di un professionista-
Ciccò: -mavaffa…-
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Vorrà dire che, l’anno prossimo, appronterò una tabella in preparazione alla visita.
Quattro allenamenti/settimana per due mesi … Potrebbe bastare?

martedì 5 gennaio 2010

Sarò breve, come pipino




10 mesi di stop forzato; ho ripreso a correre da 20 giorni; tre volte settimana; rigorosamente entro i limiti di soglia; in pianura; nessun cambio ritmo; ieri ho chiuso i 10.000 in 60’24’’;

Ordunque:
continuo a far fondo in questa maniera senza cambiare una virgola (...tre volte settimana, entro i limiti di soglia, in pianura e nessun cambio ritmo...) fino ad arrivare a valori/tempi più consoni?
Oppure, nel mio piccolo, posso gestirmi diversamente?