Sabato 04 luglio, ore 19.00.
Temperatura fresca e meteo in movimento. Decido di uscire. Mi sento bene, il cardio mi rallenta e le gambe ringraziano continuando a correre anche quando decido per l’anello dei 10 km. Allungo un po' nel finale e sono a casa in 55’35’’. Ok, sono ancora alto ma chissenefrega, son soddisfatto del mio risalire la china dopo l'infortunio e sono anche convinto di poter tirare fuori qualcosa di accettabile già per il prossimo autunno.
Domenica 05 luglio, ore 07.30.
Mi alzo dal letto e torno, non senza sorpresa, ad aver fastidio alla pianta del piede. Non è proprio male, è più un indolenzimento ma, da un attento esame, individuo subito il focolaio. È là, non si è mosso, basta solo puntare il dito in corrispondenza dell’alluce, appena prima del tallone ...
Mi è montata in quattro e quattr’otto una rabbia rabbiosa che mi ha letteralmente rovinato l’intera domenica. Muso lungo e cattivo umore hanno tenuto alla larga figlie e consorte per tutta la giornata.
Ci ho pensato. Accidenti se ci ho pensato. Ci sto pensando anche in questo momento.
Tornerò più a correre o dovrò cambiare sport?
Quattro mesi di fermo a cosa son serviti?
Laser e tecar vanno bene solo per spillare soldi?
Può essere colpa delle scarpe? Quando ho acquistato le attuali Nike Air Zoom Vomero 3 avevo già un problemino ma non così serio. Si è accentuato tutto con queste scarpe. È vero che sul problemino ci ho corso ma quello che mi gira per la testa è:
può essere che una A4, abbinata ad un piede moderatamente cavo, faccia lavorare troppo la fascia plantare? Possibile che in anni di Asics non mi sia mai successo nulla e adesso, che cambio marca, mi becco sta rogna e non riesco a più cavarmela?
Nota: ogni riferimento tra titolo e blogger è casuale
Le gare CSI Alessandria 2025
9 ore fa
1 commento:
prima di arrenderti prova le solette ironman della spenco....
Posta un commento