Con l'allenamento di ieri sera ho peccato di presunzione e, così com’è giusto, a fine consumazione mi è stato presentato il conto.
Dopo aver pagato quanto dovuto, stanotte le gambe mi hanno più volte anticipato un’attenta selezione dei versi più significativi di quella che, gioco forza, sarà l’odierna colonna sonora:
“… ed è proprio quello che non si potrebbe quello che vorrei
ed è sempre quello che non si farebbe quello che farei,
… non si può sorvolare le montagne, non può andare dove vorresti andare
… non si può fare quello che si vuole
… non si può spingere solo l’acceleratore
guarda un po’ ci si deve accontentare …”
venerdì 4 settembre 2009
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3 commenti:
se ne è valsa le pena, inutile parlarne.... anche il dolore è propedeutico :)
Ma se ti sei allenato bene che ben vengano i dolori alle gambe...che poeta che sei !
Yogi: hai pienamente ragione, non fosse altro per il fatto che il dolore accentua la soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono.
Franca: io, al massimo, potrei passare per “ragazzo sensibile” ma il poeta in questione è Vasco Rossi
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