mercoledì 13 maggio 2009



Va meglio. Non bene, ma meglio sì. Attenzione però, dobbiamo considerare il fatto che è dal 2 marzo che non corro. Ho capito che è stata sbagliata la diagnosi e, di conseguenza, la prima parte della terapia ma, dopo 11 settimane di riposo, mi aspetterei di più di un semplice "va meglio".
Oh, fantastico! Sono stato a fare l’analisi del piede per i plantari (che mi consegneranno mercoledì prossimo): mi è piaciuto tantissimo. Un tappetino lungo 5 metri dentro il quale sono annegati una montagna di sensori che studiano la pianta del piede in ogni suo particolare. Analisi statica e dinamica.
Cammino proprio benino scaricando giustamente i pesi sul tallone e non sull’avampiede. Sì, certo, ero condizionato dal momento e dall’ambiente ma, comunque, il risultato è da ritenersi ugualmente significativo. Mi hanno anche scansito e, dritto sullo scanner, mi è venuto un mente quel film dove gli amanti, presi dalla foga, non si accorgono che la fotocopiatrice sulla quale stanno consumando, viene inavvertitamente avviata.
Il risultato finale è stato che ho un piede moderatamente cavo.

Ora mi sorge spontaneo un dubbio:
è abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire il proprio appoggio, il peso, durante la corsa con il plantare, viene ridistribuito per preservare la fascia plantare ma, così facendo, andrò a caricare maggiormente un’altra parte del corpo che è abituata in maniera differente.
Io, bene o male, corro da tempo con un problema anatomico (piede moderatamente cavo) che ha sviluppato dei meccanismi d'equilibrio che lo hanno preservato dagli infortuni. Se sono incappato in questa lesione plantare non ha senso attribuirla alla mia anomalia anatomica, sicuramente le cause sono altre che devono essere riconosciute e rimosse per poter tornare a correre senza problemi.
Scarpe usurate?
Sovraccarico quantitativo e/o qualitativo (ho cercato la qualità con un’insufficiente/cattiva quantità alle spalle)?
….
Mah, in fase di guarigione indosserò senz’altro i plantari ma non penso che li adotterò per la vita.

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