venerdì 24 agosto 2012

Cima Posta dalle creste

Domenica 19 Agosto 2012
Meteo ottimo con un caldo becco
Km 18,50
Time 5:08:33
D+ 1.510
Da Bosco Chiesanuova proseguo sulla SP 6 fino a località San Giorgio dove, parcheggiata l’auto, imbocco ad E il sentiero del Valon per poi piegare a S fino al Passo Malera.
Scendo dal passo e proseguo sempre ad E con comodi saliscendi fino a bere il caffè al Rif.Pertica per poi ripartire sulla carrozzabile appena raggiunta. Poco sopra il 2° tornante, prima della galleria, si stacca a sx il sent.108 (ocio a non sbagliare con quello che rientra dalla Biasin riconoscibile dal corrimano in acciaio). Il 108 risale la Costa Media, comunemente chiamato sent. delle creste conduce con ripide rampe e faticosi gradoni a Cima Tibet passando tra caldissimi (19/08/2012 !) mughi che, con le loro radici, complicano non poco il cammino. Sudo tantissimo.
Dalla carrozzabile a Cima Tibet sono 3 Km scarsi che si alzano di ben 660 m.
Guadagnata la cresta integro con una barretta e molta acqua, proseguo verso E passando per Cima Madonnina fino al Rif.Fraccaroli dome mi regalo una seconda barretta ed una birra fredda.
L’idea è fare in sent. della Teleferica ma mi attendono al Rif.Scalorbi dove mangio un panino e poi proseguo verso il Rif.Pertica per riguadagnare il bosco che mi porta al Malera e poi alla macchina.

lunedì 13 agosto 2012

Extra Terrestre, vienimi a cercare...

Domenica 12 agosto 2012.
In compagnia solamente del cane (!!!) parto in direzione Nord dal ponte dell'Anguilla, tra Bosco Chiesanuova ed Erbezzo, per l'omonimo Vajo fino all'intersezione col Vajo dei Modi che seguo fino al bivio con una stradina forestale. Tengo la destra ed arrivo a Malga Dosso del Pezzo (1479m). Cammino sul colmo del Dosso del Pezzo fino a Malga Lago Boaro (1556m). Sempre alzandomi di quota incontro il sent. 250 nella zona dei Cordoni; volto a sinistra (ovest) e raggiungo Castelberto (1762m). Mangio e ritorno sui miei passi per poi proseguire, per circa un'ora, lungo tutti i Cordoni fino a Podestaria (1655m).
Alle 15:00 all’interno della rassegna Voci e Luci in Lessinia è previsto il concerto gratuito di Eugenio Finardi.
Bello! Proprio bello!
Mi è piaciuto l’aver trovato un percorso che mi ha permesso di camminare lontano dalle 3.000 persone che hanno assistito al concerto;
Mi è piaciuto il vedere convergere tanta gente da tutte le direzioni, senza l’utilizzo della macchina ma muovendosi esclusivamente a piedi, in MTB o a cavallo;

Mi è piaciuto l’aver assistito ad un concerto d’altri tempi, un po’ come una piccola Woodstock, dove un Eugenio Finardi ha condiviso idee, riflessioni e canzoni con chi gli stava attorno (e quando dico "attorno", lo intendo nel vero senso della parola);
Mi è piaciuto Eugenio Finardi come persona;

Mi è piaciuta la frase che ha detto a chiusura: "Questa società, basata sulla diseguaglianza e con al centro il solo profitto, ha qualcosa di profondamente sbagliato. Oggi, con il sacrificio di salire fin qui a piedi, non vi siete guadagnati il mio concerto ma la gioia di questa pace che la montagna sa dare. Questa pace che guadagneremo per sempre solo quando, al centro, metteremo l'uomo al posto del profitto."
Dopo il concerto son rientrato alla macchina in direzione sud per il Vajo delle Ortighe e, per il suo naturale prolungamento, sono tornato nel Vajo dell'Anguilla fino al ponte da dove son partito.
Alla fine porto a casa poco più di 20 Km in 3 ore e 50 con un D+ di 845 m.

martedì 7 agosto 2012

Ferito nell'orgoglio

Domenica 05 agosto 2012, accompagnata Chiara in stazione, finito di riordinare la casa dopo il festone di compleanno di Zoe, caccio nello zaino 3 litri d’acqua, i resti di pizzette e panini e partiamo (tardi) con l’idea di un semplice pic-nic al fresco della Lessinia.
Parcheggio a Maregge. Niente Garmin né fotocamera; è solo un pic-nic. Imbocchiamo l’E5 in direzione W e prendiamo lentamente quota con il 255 per andare a sfruttare il limite del bosco sui pascoli di malga Baston dove consumiamo il lauto pranzo e rimaniamo spaparanzati all’ombra a far nulla.
Proseguiamo a Nord fino ad arrivare a Bocca di Selva con l’idea di bere il caffè da Marco. Persone ovunque! Guardo sia verso Dossoalto che Passo Fittanze e il luccichio delle macchine parcheggiate copre tutti i prati a bordo strada. Bisogna scappare! Torniamo sui nostri passi ma, botta di vita, vado in direzione di malga Brol dove, poco sotto, mi distraggo un attimo (colpa d’Alfredo) cercando di orientarmi ed inciampo finendo lungo disteso per terra. Una scena degna di Paperissima con tanto di corsa sbilanciatissima in avanti con la vana speranza di recuperare l’equilibrio perduto. Allungo le braccia, ruoto il tronco per atterrare sulla spalla e rimedio un bell’ematoma sul palmo della mano sx, sul deltoide e sull’anca, il polso e il 4° dito ben doloranti. Per fortuna che ero sul prato e che non ho centrato una delle numerose “margherite” che caratterizzano i pressi delle malghe.
Rientriamo all'auto intercettando la sterrata che sale da Tinazzo e Zamberlini.

lunedì 23 luglio 2012

giovedì 19 luglio 2012

DOLOMITI DEL BRENTA: IL SOTTOGRUPPO DELLA CAMPA E LE SUE MALGHE


11 LUGLIO 2012Segnavia : 330 - 371 - 301
Difficoltà : E
Tempi : Malga Arza - Malga Termoncello h. 1,00 - : Malga Termoncello - Malga Flavona h. 1,50 - Malga Flavona - Passo della Gaiarda h. 1,20 - Passo della Gaiarda - Malga Spora h. 0,40 - Totale h. 4,50
Dislivelli : Malga Arza - Malga Termoncello + 361 m. / - 5 m. - Malga Termoncello - Malga Flavona + 215 m. / - 213 m. - Malga Flavona - Passo della Gaiarda + 388 m. / - 10 m. - Passo della Gaiarda - Malga Spora + 10 m. / - 391 m. - Totale + 974 m. / - 619 m.
12 LUGLIO 2012
Segnavia : 301 - 338 - 370 - 330
Difficoltà : E + EE
Tempi : Malga Spora - Sella del Montòz h. 1,40 - Sella del Montòz - Malga Campa h. 1,00 - Malga Campa - Malga Loverdina h. 0,50 - Malga Loverdina - Malga Arza h. 0,40 - Totale h. 4,10 Dislivelli : Malga Spora - Sella del Montòz + 492 m. / - 20 m. - Sella del Montòz - Malga Campa + 30 m. / - 382 m. - Malga Campa - Malga Loverdina + 105 m. / - 309 m. - Malga Loverdina - Malga Arza + 15 m. / - 286 m. - Totale + 642 m. / - 997 m.


Accesso: dal centro del paese di Cunevo, in Val di Non, si segue l’indicazione per Malga Arza ignorando il cartello di divieto di transito. Con 10 km di strada stretta e tortuosa, si arriva in un parcheggio a circa 1.500 metri.

PRIMO GIORNO
Ci avviamo in leggera salita lungo la strada sterrata, passiamo Malga Arza ed entriamo nel bosco dove troviamo un primo bivio; si segue a destra il sent. 330 verso Malga Tremoncello che raggiungiamo salendo costantemente su sentiero in mezzo al bosco. -Ocio che qui l’indicazione per M.ga Flavona segna il sentiero 339 che è sbagliato- Si prosegue ignorando il sent. 339 che precipita alla nostra destra verso il Lago di Tóvel, fino ad una lunga discesa con splendida vista sul lago sovrastato dal Sasso Rosso
Attraversiamo i ghiaioni al centro della Val Strangola e riprendiamo a salire con dei comodi cambi di pendenza fino ad intercettare la Val Scura e ad attraversare una fitta distesa di mughi. Di fronte a noi: cima Grostè e l’incredibile Turrion Basso mentre, a sinistra, rimane Cima di Val Scura.
Costeggiamo i ghiaioni della Cima di Val Scura per risalire fino a circa 1. 865 metri da dove scorgiamo il tetto della grande Malga Flavona. Prorio fin che siamo alla Flavona inizia e noi approfittiamo ben volentieri dei locali adibiti a bivacco per pranzare.

Quando riprendiamo il cammino non piove più ma il cielo rimane, comunque, ancora coperto. Con buona salita siamo al bivio tra il sent. 330 ed il 371. Seguiamo il 371 in direzione del visibile (ma ancora lontano!) Passo della Gaiarda. A destra si sviluppa tutta la catena settentrionale del Brenta. Quello che colpisce è il Turrion Basso che sorge isolato al centro della valle come fosse uno stranissimo palazzo. Saliamo lentamente sempre allo scoperto dove, un tempo, c’era uno splendido lariceto che venne abbattuto interamente a partire dal 1850 per ricavarne traversine per la ferrovia del Brennero.
Giunti a 2.190 m circa il sentiero 371 ha termine; incontriamo il 301 che ci porta al Passo della Gaiarda (m. 2.236) dove non ho fisicamente il tempo materiale per fotografare l’aquila reale che ci passa sopra la testa.

Tagliamo in diagonale tutti i ghiaioni del M.te Fibbión con percorso abbastanza esposto fino a scendere ripidi, con una serie di strette curve, fino a Malga Spora (m. 1.855). Ora possiamo riposare, rifocillarci e passare la notte al riparo dal classico temporale serale.Malga Spora è una malga attiva alla quale non si può arrivare con nessun mezzo meccanico. Nel periodo in cui non viene utilizzata per l’alpeggio funziona come ottimo bivacco mentre, durante la stagione estiva, diventa un punto d’appoggio dove, con modica spesa, si può mangiare e pernottare. Naturalmente non troverete un menu da ristorante, ma sicuramente un piatto di minestrone caldo, un saporito pezzo di formaggio e un bicchiere di vino. Occorre sapersi adattare al luogo spartano tenendo ben conto che qui non siamo clienti ma ospiti e dobbiamo avere il giusto rispetto per un lavoro antico e per le persone che ancora lo svolgono.

SECONDO GIORNOPartiamo presto da Malga Spora seguendo ancora il sentiero 301, dirigendoci verso il nuovo segnavia 338 ci porta ad imboccare la Val dei Cavai. Ancora una volta la salita aumenta e non ci lascia più fino ai 2.327 m della Sella del Montòz.Caliamo ripidamente per proseguire attraversando magri pascoli dove siamo guidati da ometti di sassi e continuiamo a scendere superando una porzione di terreno dove il sentiero si confonde ed occorre un poco d’attenzione; intanto alla nostra destra vediamo Cima Borcola sormontata da una croce metallica forse troppo grande. Lasciamo la conca e ci si spalanca davanti, giù in basso, la Val di Non; passiamo da M.ga Campa e procediamo con dei saliscendi, traversiamo un breve ghiaione e, giunti a m. 1.945 circa, cominciamo a salire tra i mughi con dei punti esposti che esigono particolare attenzione (EE). Superati così una quarantina di metri di dislivello vediamo la Rocchetta, lo sbocco della Val di Non in Val d’Adige.
Il sentiero prende a salire nuovamente infilandosi in una stretta valletta; ci inerpichiamo con una serie di strette curve, una serpentina molto ripida e faticosa che, per fortuna, dura poco. Ora si scende abbastanza comodamente, con qualche cambio di pendenza e un gran bel panorama su buona parte della Val di Non. Eccoci sbucare davanti a Malga Loverdina dove trovo Chiara intenta a chiacchierare con un’amica sua.Anche qui c'è un locale sempre aperto dotato di tavoli, panche e stufa a legna. Un posto da rispettare lasciandolo sempre pulito ed in ordine.
Scendiamo tralasciando il sentiero che si allontana a sinistra verso Malga Termoncello e raggiungiamo il bosco che ci accompagna lungamente fino al parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

mercoledì 18 luglio 2012

RITORNO ALLE ORIGINI

Dopo attente riflessioni, elaborate principalmente nel corso delle sempre più frequenti camminate in giro per i monti, ho ripreso piena consapevolezza del fatto che la corsa, per me, è nata, è, e deve rimanere, esclusivamente propedeutica alla montagna dove, per una sempre più marcata simbiosi con la natura, il cammino non può essere che lento.


Senza rinnegare i miei trascorsi agonistici (?) da runner più o meno agguerrito son tornato alle origini.

giovedì 2 febbraio 2012

CHI ALLA MEZZA DI VERONA?

Domenica 19 Febbraio 2012
5^ Half Marathon Giulietta&Romeo.
Chi ci sarà per una stretta di mano?

mercoledì 25 gennaio 2012

trasparenze

La sera rientro a casa tardino.
Doccia e vestizione al buio per non svegliare la tigre che dorme.
La mattina seguente riunione di lavoro per il nuovo programma transiti.
Camicia bianca, giacca marrone e cravatta gialla. Termostato della sala terribilmente alto.
Faccio il maleducato e mi levo la giacca lasciando i presenti a sorridere della mia scritta MIZUNO a caratteri cubitali che campeggia tra una scapola e l’altra in trasparenza sotto la camicia.
Beh, dai, sarebbe stato peggio se avessi indossato il tanga di mia moglie.

lunedì 16 gennaio 2012

Telegrafico

Focolaio ben localizzato sopra il malleolo interno destro STOP
Il dolore s’irradia lungo la tibia e si diffonde alla base del polpaccio STOP
Necessario uno stop STOP