martedì 31 marzo 2009

Circa un anno di corsa più o meno sistematica senza saper nulla di running, sempre in perfetta solitudine, sempre con la musica nelle orecchie e null’altro.
Un secondo periodo nel quale faccio un passino avanti: mi monitoro con un cardio da due soldi a cui dò il compito d’insegnarmi a gestirmi. Basta! Non parto più a bomba per distruggermi in 10 chilometri. Ci metto sei mesi a capire come funziono, poi torno con la musica nelle orecchie e null’altro, capace di fare più strada ma sempre senza saper nulla di running. Corro e basta, avendo come unica preoccupazione il gestire la soglia aerobica.
Nell’estate 2008 la prima botta di vita: decido di mettermi alla prova con una garetta che parte da Verona e arriva a Bosco Chiesanuova. 30 Km e 1.200 metri di dislivello. Non me ne può fregar di meno della gara in sé, a me basta correre sulle mie montagne cui sono più che affezionato. Ovviamente non esiste una preparazione specifica. Esco tre o quattro volte alla settimana su distanze assolutamente casuali e con velocità e cadenze sempre uguali. Concludo la gara in poco più di tre ore soffrendo tanto freddo e pensando che un centinaio di partecipanti siano una moltitudine di persone. A distanza di qualche giorno, cicola-ciacola, ricevo i complimenti di un conoscente, commesso al reparto running di uno dei negozi del gruppo Cisalfa che mi butta lì un "Con un tempo così, potresti chiudere la maratona in 3 ore e mezzo…"
Questa è la frase che mi rimane in testa, sulla quale costruisco il mio prossimo obiettivo. So benissimo che non mi basta più l’allenamento faidate, che ho bisogno di qualcosa di strutturato. Massimo, un secondo conoscente commesso al reparto running di uno dei più completi negozi sportivi di Verona, mi passa una tabella d’allenamento e mi dà alcuni consigli. Lo stesso Massimo che si è portato a casa la Venice Marathon 2008 in 2:56:21. Complimenti.
Nonostante la tabella, la mia preparazione si basa quasi esclusivamente sulla costanza. Non so nulla di ritmo lento, di ritmo lento progressivo e le ripetute le facevo da giovane con la mia prima morosa ma, dicono, quelle sono ripetute che non vanno d’accordo con lo sport. La tabella finisce in un cassetto… so solo che devo chiudere ogni settimana con 50-60 Km nelle gambe. Ho solo 3 uscite settimanali a disposizione per cui cerco di tenere una media di 20 km ad uscita. UTOPIA. È vero che non corro mai meno di 12 km ma è anche vero che raramente supero i 20.
Segue al prossimo post.

1 commento:

Fat_Stè ha detto...

Già te lo dissi all'indomani della tua prima maratona: con quelle gambe ed un allenamento da "ignorante" (non in senso offensivo, ma di colui che, volutamente o inconsciamente, IGNORA certi meccanismi della corsa...) hai fatto un esordio con un tempo da paura, chissà dove andresti se pianificassi un minimo il tuo allenamento, inserendo uscite più specifiche (ripetute, salite, allunghi...).
Per me hai delle grossissime potenzialità che sarebbe un peccato non qualificare al massimo!

p.s. Verona-Bosco sotto il diluvio: chiamala garetta! :)))