Perché è da una settimana che, dopo aver scaricato l’allenamento in Garmin Connect, quando fleggo l’opzione “giri” sulla mappa, il sistema mi presenta numeri a casaccio? Non ho cambiato nessuna impostazione, tutti gli altri dati corrispondono (compresi i giri intermedi ed anche il pregresso) e, se esporto il percorso in Google, i km vengono conteggiati e cadenzati giusti. Misteri dell’informatica?
Ne approfitto per lasciare uno spunto sul mio prossimo progetto:
2^ Montefortiana Challenge Trail (sito)- trittico di competizioni montane e collinari composto da tre distinte gare:
Ecomaratona, il 22 Gennaio, la 42 km arricchita da un D+ di 1.500 m è la novità nel contesto “Montefortiana”, un omaggio alla natura che circonda e valorizza i luoghi tipici dell'Est Veronese;
Trail Soave-Bolca, il 6 Maggio, 33 km nella natura dei Monti Lessini Veronesi con un D+ di 1.950 m;
Trail Della Speranza, il 22 di Luglio, 24 km tra i sentieri del Monte Baldo, a cavallo tra Val d’Adige e Lago di Garda con un D+ di 1200 m.
martedì 22 novembre 2011
Ciù Cos Iz Mei Che Uan
giovedì 3 novembre 2011
Al buio e da solo
Ho preso spunto da un articolo pubblicato su Correre di questo mese ed ho voluto provare l’ebbrezza di un allenamento al buio. Al buio e da solo.
Sono abituato a correre di sera, con il gilet catarifrangente, la frontale e il led rosso posteriore; lo faccio per essere più visibile e, se si escludono brevi ed isolati tratti, rimango sempre su strade illuminate.
Alle 19:30 parto per l’anello da 10 km, quello con gli 8 centrali persi tra le campagne e lontani dai lampioni. Quando mi ritrovo avvolto dall’oscurità, fin che rincorro il cono di luce bianca della frontale senza mai riuscire a prenderlo, affiora prepotentemente una sensazione che conosco bene. È lo stesso filo d'ansia che devo gestire durante le notturne in montagna. Cosa caspita ci sarà fuori dal fascio di luce, nascosto nel buio e pronto a farmi del male? Razionalizzo la situazione e mi concentro sugli appoggi. Corro. C’è molto umido e, forse, ci sarebbe stata meglio la mezza manica.
Sono abituato a correre di sera, con il gilet catarifrangente, la frontale e il led rosso posteriore; lo faccio per essere più visibile e, se si escludono brevi ed isolati tratti, rimango sempre su strade illuminate.
Alle 19:30 parto per l’anello da 10 km, quello con gli 8 centrali persi tra le campagne e lontani dai lampioni. Quando mi ritrovo avvolto dall’oscurità, fin che rincorro il cono di luce bianca della frontale senza mai riuscire a prenderlo, affiora prepotentemente una sensazione che conosco bene. È lo stesso filo d'ansia che devo gestire durante le notturne in montagna. Cosa caspita ci sarà fuori dal fascio di luce, nascosto nel buio e pronto a farmi del male? Razionalizzo la situazione e mi concentro sugli appoggi. Corro. C’è molto umido e, forse, ci sarebbe stata meglio la mezza manica.
Quel che mi fa più impressione è la totale assenza di riferimenti! Non ho la percezione del movimento. È come se fossi su un tapis roulant. Non sono io che mi muovo ma è la strada che scorre. Volutamente non guardo il Garmin.
Arrivo a casa con la curiosità di capire cosa ho combinato in ‘sti 10 km. Tutto avrei pensato ma mai avrei creduto di aver corso a 4’20’’.
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