Considerato che non mi fanno ancora correre ma, per fortuna, posso camminare abbastanza liberamente (con le dovute cautele e precauzioni), mi sono regalato un paio di giorni in assoluta libertà su e giù per i monti sfidando piogge e temporali. Ne è venuto fuori un fine settimana rigenerante dove a comandare sono state esclusivamente le sensazioni. Niente traguardi, mete, tempi, scadenze, appuntamenti o impegni.
Libero sfogo alla voglia di camminare. Tutto molto bello.
Unico neo è che quando sono in tenda da solo dormo sempre un po’ preoccupato, l’udito mi si acutizza ed ogni piccolo fruscio lo colloco all’interno di situazioni assurde. Arrivo a mattina contento di smontare tutto ripromettendomi di non trascorrere più notti in tenda senza compagnia ben consapevole, di contro, che quando sarà ora di ripartire, piuttosto di rinunciare per mancanza di adesioni, lo rifarò nuovamente da solo.
Rientrato al lavoro, ho incrociato un autotrasportatore, un cammionaro di una ditta che abitualmente frequenta gli uffici, che mi ha fermato chiedendomi conferma se ero stato io ad attraversargli la strada fin che era in montagna, in macchina, con la moglie a "prender l’aria buona". In macchina!?.
Ha voluto sapere tutto: da dove arrivavo, che giro ho fatto, dove ho dormito, come ho fatto a farmi da mangiare, quanto pesava lo zaino, per quanti chilometri ho camminato …
Alla fine, salutandomi, convinto di farmi un complimento mi ha stretto la mano dicendomi:
-Certo che lù l’è proprio un bel pedofilo!-